Carissimi,
P. Ruggero Balboni traduce il titolo originario francese “Des amourettes”, che di per sé poteva essere tradotto con altri termini (cotte, infatuazioni, amorini, ecc.) con una parola più gentile “passioncelle”. Chiedendoci la ragione di una tale scelta e, ripensando alle esperienze del “grande vecchio”, ci siamo dati questa risposta: forse non tutti sanno che prima di essere nominato parroco di questa Parrocchia, nel 1961, quando aveva poco più di trenta primavere, è stato per alcuni anni cappellano del gruppo delle “Guide Scouts” del Principato di Monaco collaborando con la Principessa Grace che ne era la presidentessa. Chissà quante volte avrà sentito parlare degli “amourettes” di quelle giovani! In seguito,per diversi anni, è stato insegnante di religione e di Letteratura italiana in istituti superiori di Roma, Bologna ed, infine, a Torino. E senz’altro, con la fiducia che ispirava ai giovani, è stato testimone di tante “passioncelle”. Scusate la digressione, ma era d’obbligo. Oggi si usa molto l’espressione “avere una storia”… Ma storia di chi? Di che cosa? In genere la parola “storia” indica qualcosa di vero, una “ricostruzione ordinata di eventi umani”… Altro che “se semo fatti ‘na storia!” E il Nostro, su questi “amourettes” non ci va leggero e dice:“Quando queste allegre amicizie hanno luogo tra persone di diverso sesso, senza alcuna intenzione di giungere al matrimonio, si chiamano passioncelle; sono soltanto aborti, o meglio ancora, fantasie di amicizie; ma non si deve dare loro il nome di amicizie o di amori perché sono vuote e senza senso.” Non possiamo certo dargli torto considerando che nulla hanno a che vedere con l’amore o con l’amicizia. Il più delle volte nascono dalla curiosità o dalla semplice attrazione fisica e, vista la loro durata limitata e l’amarezza che, spesso, lasciano nel cuore, sono “storie” senza un lieto fine. “Cionondimeno – continua – i cuori degli uomini e delle donne vi rimangono catturati e si impegolano e si allacciano tra di loro in affetti vani e leggeri, che hanno per fondamento soltanto quegli scambi frivoli e quelle sciocche attrattive di cui ho appena parlato” riferendosi anche a quanto detto nel capitolo precedente. Il buon Francesco, volendo forse dare una “chance” di ravvedimento a chi si lascia coinvolgere imprudentemente in tali rapporti, non tralascia di mettere in evidenza il pericolo che si potrebbe correre:“Benché questi sciocchi amori finiscano abitualmente per naufragare ed affogare in carnalità e lascivie molto volgari, bisogna riconoscere che non è mai la prima intenzione degli interessati tale conclusione. Altrimenti non sarebbero passioncelle, ma impudicizie dichiarate.” Purtroppo, nella mentalità corrente, quel corpo che il Signore ci ha dato, differenziato e complementare, sembra essere diventato uno “strumento” di mero piacere perdendo di vista quella che il Nostro definisce “santità del corpo”: “A volte potranno anche trascorrere molti anni, senza che capiti tra coloro che sono afflitti da questa follia, un solo gesto che sia contrario alla santità del corpo.” E’ un campo minato quello in cui si avviano tante persone, giovani e non, ed è facile mettere un piede in fallo: “Alcuni vogliono soltanto appagare il cuore nel dare e ricevere amore seguendo la loro inclinazione all’amore; nella scelta degli amori costoro non riflettono minimamente: è loro sufficiente seguire il gusto e l’istinto; sicché, quando incontrano una persona piacevole, senza pensare al lato interiore, né al comportamento morale della stessa, danno subito la stura alle loro passioncelle e si impigliano in una rete dalla quale in seguito, faticheranno molto per liberarsi.” Non riflettere, seguire l’istinto, il gusto…Oggi potremmo usare altre espressioni come voglia di una maggiore libertà, scrollarsi di dosso i tabù, essere aperti alle esperienze, ecc. Ma il contenuto e il risultato non cambiano.
Preghiamo
Signore, tra i tanti doni che hai messo a nostra disposizione c’è anche quello del nostro corpo, creato a Tua immagine e somiglianza. Aiutaci a farne uno strumento di amore vero, sincero, puro, mai ingannevole. Amen
Lasciamo ad ognuno di voi l’iniziativa per questo giorno, Un caro saluto,
PG&PGR