Carissimi,
dopo aver celebrato ieri la Solennità del “Corpus Domini”, oggi iniziamo il X capitolo al quale Francesco di Sales dà questo titolo: “Le occupazioni vanno affrontate con attenzione, ma senza precipitazione e fretta eccessiva”. Certamente, ogni giorno, nelle nostre occupazioni, usiamo tanta cura e diligenza, ma spesso si rischia di trasformarle in eccessive “pre-occupazioni” a causa “dell’ansia, dell’apprensione e della fretta eccessiva”, cosa dalla quale nessuno di noi è completamente esente. Il Salesio ci invita a fare una cosa “curiosa” e cioè imparare dagli Angeli che “hanno cura della nostra salvezza e la procurano con diligenza, ma senza ansia, apprensione e fretta; la cura e la diligenza sono espressione della loro carità, mentre l’ansia, l’apprensione e la fretta sarebbero contrarie al loro stato di beatitudine; giacché la cura e la diligenza possono essere compagne della serenità e della pace dello spirito; non invece l’ansia, la preoccupazione, e ancor meno l’angustia precipitosa.” Va bene, potremmo dire, ma loro sono Angeli, noi no! Certamente, ma se il Signore ce li ha posti accanto, vorrà pur dirci qualcosa! Proviamo a lasciarci guidare da loro con un po’ più di fiducia…Ci accorgeremo di quanto sia importante e più proficuo l’affrontare i nostri impegni con più tranquillità di spirito. Se siamo veramente uomini e donne di fede dobbiamo pensare che il Signore ci è sempre vicino e non solo nelle “faccende” spirituali, ma anche in quelle materiali e con le quali dobbiamo misurarci ogni giorno pensando che è Lui che le ha affidate alla nostra responsabilità. Continua il Nostro: “Non agire con precipitazione nel compimento dei tuoi doveri: la precipitazione turba la ragione e il giudizio, e ci impedisce di compiere bene proprio quello verso cui ci precipitiamo!” Non si può certo negare che l’ansia e l’agitazione, spesso, sono causate da serie motivazioni, ma è anche vero che, in tante occasioni, dovremmo ripensare alle parole che Gesù rivolge a Marta, la sorella di Lazzaro e Maria (Lc 10,40-41): “Marta, Marta, sei ansiosa e ti agiti per molte cose. Vedi, se ella fosse stata semplicemente premurosa, non si sarebbe agitata; ma è proprio perché era preoccupata e inquieta che si affretta e si agita, ed è proprio questo che Nostro Signore le rimprovera.”. Certamente fu un rimprovero bonario per invitare la buona donna di casa ad una maggiore serenità. Ed è proprio alla nostra serenità nel fare le cose che il Salesio pensa quando, nel testo, parla della pioggia che cadendo dolcemente rende fecondi i campi; per contro, “quella tempestosa e violenta travolge i terreni lavorati e rovina i pascoli”. Crediamo sia innegabile ciò che il saggio Francesco aggiunge: “Un lavoro fatto con violenza e precipitazione non riesce mai bene: Bisogna affrettarsi con calma, dice l’antico proverbio.” Poniamo, dunque, tutte le nostre occupazioni nelle mani del Signore e lasciamo che sia Lui, che si è fatto cibo per la nostra vita spirituale e corporale, a guidarci. E’ quanto il de Sales scrive, in una lettera, a Santa Giovanna Francesca de Chantal, brano che abbiamo già citato lo scorso anno in occasione della stessa Solennità e che ci piace riproporvi chiedendovi di trasformarlo in preghiera:
«Il cibo celeste dell’Eucarestia è il cibo spirituale che si diffonde e si comunica a tutte le parti dell’anima e del corpo, di modo che si ha Gesù Cristo nella mente, nel cuore, nel petto, negli occhi, nella lingua, negli orecchi, nelle mani, nei piedi… E il dolce Salvatore raddrizza, purifica, vivifica tutto: ama nel cuore, intende nella mente, fortifica nel petto, vede negli occhi, parla nella lingua e così nel resto; insomma fa tutto in tutto il nostro essere. E’ allora che non viviamo più per noi, ma Gesù Cristo vive in noi». Amen
Ed oggi…un po’ più di calma in ciò che faremo. Buona giornata,
PG&PGR