27 Maggio 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

siamo arrivati all’ultima sezione del VII capitolo. Francesco di Sales si esprime in termini così chiari che qualsiasi altro commento sarebbe superfluo. Leggiamo per intero e con calma questo testo (anche se è un po’ lungo), soffermandoci ogni tanto per confrontare, con molta umiltà e sincerità, ciò che egli dice con la nostra realtà di vita; ne saremo senz’altro arricchiti. Buona lettura:

“Se invece il nostro buon nome viene distrutto dai nostri vizi, dalle vigliaccherie, dalla nostra cattiva condotta, beh! Allora possiamo aspettare tutto il tempo che vogliamo, e non rispunterà! Sarà inutile l’attesa perché abbiamo estirpato la radice. La radice del buon nome è la bontà e l’onestà della vita; finché sono presenti in noi, possono sempre rigenerare il buon nome giustamente conquistato. Lascia quella vuota conversazione, quell’attività inutile, quell’amicizia frivola, quella compagnia equivoca, se danneggiano il tuo buon nome, perché il buon nome vale più di tutte quelle vuote soddisfazioni; ma se la gente mormora, riprova o calunnia perché ti impegni nella pietà per avanzare nella devozione e nel cammino verso il bene eterno, lascia abbaiare i cani contro la luna; anche se dovessero riuscire a costruire un’opinione negativa sul tuo buon nome, e in tal modo tagliare e radere i capelli e la barba del buon nome, sta tranquilla che presto rispunterà. Il rasoio della maldicenza sarà utile al tuo onore, come la roncola alla vigna, perché la rende copiosa di frutti. Teniamo sempre gli occhi fissi a Gesù Cristo crocifisso, camminiamo al suo servizio con fiducia e semplicità, accompagnata da saggezza e devozione: sarà lui a proteggere il nostro buon nome. Se permette che ci sia tolto è solo per darcene uno migliore o per favorirci nella crescita dell’umiltà. Ricorda bene che un’oncia di umiltà vale più di mille libre di onore. Se veniamo ripresi ingiustamente, opponiamo serenamente la verità alla calunnia; se persiste, insistiamo nell’umiltà. Mettiamo il nostro buon nome, unitamente alla nostra anima nelle mani di Dio,; non potremo trovare migliore garanzia. Serviamo Dio nella buona e nella cattiva fama, sull’esempio di S. Paolo (cfr. 2Co 6,8-10) ; potremo così dire con Davide: Mio Dio, è soltanto per Te che ho sopportato l’obbrobrio e che ho tollerato che la vergogna coprisse il mio volto (cfr. Salmo 69,8). Faccio eccezione per certi crimini talmente atroci e infamanti che nessuno deve accettare di vedersene attribuita la paternità; anzi bisogna liberarsi anche del sospetto se si può fare nel rispetto della giustizia. La stessa eccezione va fatta per le persone dal cui buon nome dipende l’edificazione di molti; in tali casi è necessario perseguire la riparazione del torto ricevuto, e questo secondo la più rigorosa morale teologica”. Più chiaro di così…!

Preghiamo

Signore, nonostante la nostra fede e il nostro impegno, a volte ci sentiamo deboli, disarmati, sfiduciati. Infondi in noi la forza del Tuo Spirito per combattere il male che ci circonda e, soprattutto, quello che alberga in noi. Amen.

Possano, oggi, queste parole del Salesio, aiutarci ad essere più fedeli al Signore. Buona giornata,

PG&PGR

P.S.

Speriamo non vi dispiaccia se vi “abbandoniamo” per due giorni, ma abbiamo bisogno di un po’ di riposo mentale.

Ora sono costretto a parlare al singolare.

Sono ormai più di venti giorni che PGR è ricoverato; quei pochi giorni previsti si sono pian piano dilatati… Gli accertamenti e gli ulteriori esami, più o meno invasivi, sembrano non finire mai e non vi nascondo la mia preoccupazione, ma cerco di trovare conforto nella preghiera. Nell’impossibilità di fargli visita più spesso, viste le restrizioni dettate dalle pandemia, ci sentiamo telefonicamente diverse volte al giorno; cerco di dirgli parole di incoraggiamento e di speranza, e lui fa lo stesso nei miei confronti. Quando, però, cala la sera, per entrambi, il cuore si fa più pesante e nella mente risuona sempre la stessa domanda: cosa accadrà domani? Domanda alla quale non è sempre possibile dare una risposta precisa. Continuiamo, tutti, a confidare nell’amore misericordioso di Dio e nell’intercessione della Vergine Santa, di San Giuseppe, di San Francesco di Sales e del beato Luigi Brisson. Chiediamo che lo Spirito Santo illumini le menti dei medici tra i quali, grazie a Dio, abbiamo una sorta di “angelo custode” che non ci stancheremo di ringraziare per la sua amicizia e disponibilità professionale: grazie L.  Dunque a tutti, vicini e lontani, rinnovo l’invito alla preghiera: non stanchiamoci di farlo, bussiamo forte ed insieme alla porta del cuore di Dio con la certezza che ci aprirà. E, se potete, pregate anche per me.

Vi ricordo che sabato ricorre la memoria, obbligatoria per la diocesi di Roma, facoltativa per gli altri, di San Paolo VI, un Papa poco compreso, che ha saputo guidare la Chiesa con umiltà e saggezza in un momento storico non certo facile. E’ sua la frase: “L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri, lo fa perché sono dei testimoni”. Chiediamo la sua intercessione per essere anche noi testimoni credibili. Non dimentichiamo che domenica è la Solennità della Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo che formano, nell’Amore, la Comunità Perfetta che siamo invitati ad imitare nelle nostre comunità parrocchiali e religiose.

Grazie per il tempo in più che mi avete concesso.

A lunedì, ma se dovessero esserci novità per quanto riguarda PGR, attraverso questo canale, ve lo farò sapere; dategli comunque un’occhiata. In unione di preghiera,

PG