17 Aprile 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

siamo alla conclusione del XIX capitolo della seconda parte di Filotea dedicata alla Confessione. Francesco di Sales, quale grande pastore di anime, ha talmente a cuore la nostra salute spirituale da offrire altri suggerimenti che a qualcuno potranno sembrare esagerati. Non dobbiamo però dimenticare che si rivolge a quanti desiderano mettersi in cammino “speditamente” verso la vera devozione. “ In conclusione – dice –  bisogna esporre il fatto, il motivo e la durata dei nostri peccati; perché, anche se comunemente non siamo obbligati ad essere così esatti nel dichiarare i nostri peccati veniali, anzi non siamo nemmeno obbligati a confessarli, è pur sempre vero che coloro che vogliono pulire per bene l’anima per raggiungere più speditamente la santa devozione, devono avere molta cura di descrivere al medico spirituale il male, per piccolo che sia, se vogliono guarire.” Al termine del capitolo dirà anche di “fare attenzione a numerosi peccati che vivono e spadroneggiano, spesso senza essere avvertiti, nella coscienza”. E questi sono veramente pericolosi! Troppe volte le imperfezioni vengono sottovalutate imputandole al carattere, agli stati d’animo, a situazioni particolari che, a lungo andare, rischiano, però, di diventare abitudini o, peggio ancora, alibi. Per poter mettere il confessore in grado di capire e consigliare come correggerci, il Nostro dice di “non trascurare di aggiungere quanto serve per far capire il tipo dell’offesa, come il motivo che ti ha fatto montare in collera, o ti ha fatto accettare il vizio di qualcuno. Per esempio, se un uomo che non mi va a genio, mi provoca con qualche leggera parola per ischerzo, io la prendo a male e monto in collera: cosa che se l’avesse fatta un altro che mi è simpatico, l’avrei accettata, anche se avesse caricato la dose .” Chiediamoci quante volte le nostre reazioni verso qualcuno sono guidate da simpatia o antipatia, da tolleranza o rigidezza, praticamente dal tipo di rapporto che abbiamo con quella persona. Continua: “Preciserò dunque con chiarezza: Mi sono lasciato trasportare a parole di collera contro una persona, perché ho preso a male ciò che mi aveva detto, non per le parole in se stesse, ma perché mi è antipatico colui che le ha dette.” Il capitolo si conclude con il consiglio di scegliere bene il confessore: “Scegline uno e rendigli conto della tua coscienza nei giorni che avrai stabilito; e digli con naturalezza e franchezza i peccati commessi”. L’esperienza di confessori, ma anche di penitenti (anche i preti si confessano!) ci racconta quanto sia importante stabilire con il confessore un rapporto franco, di reciproca fiducia, vedendo in lui, e lo diciamo ancora una volta, non un giudice, ma il Padre che aspetta, accoglie e fa festa per il figlio ritrovato (cfr Lc 15,11-32).

Preghiamo

Signore, vogliamo sentirti vicino in ogni momento della nostra esistenza. Abbiamo bisogno di toccare il Tuo amore, il Tuo sostegno, la Tua paternità. Aiutaci a riconoscere il male che alberga in noi, spesso camuffato e nascosto e concedici la forza di combatterlo. Amen.

Ed oggi? Scegliete voi stessi un impegno. Buona giornata,

PG&PGR