Carissimi,
siamo al XV capitolo, sempre della Seconda parte della Filotea, e Francesco di Sales, ci suggerisce anche “Altri esercizi pubblici e comuni” che, la domenica o nelle altre Feste “comandate”, possono arricchire il nostro rapporto con il Signore: “Oltre a ciò, Filotea, le Domeniche e le Feste devi assistere, per quello che potrai, al canto delle Ore e dei Vespri; quelli sono giorni consacrati a Dio e bisogna fare qualcosa di più in suo onore e gloria. Proverai una infinita dolcezza spirituale, secondo quanto afferma S. Agostino nelle Confessioni: all’inizio della conversione, assistere agli Uffici divini, lo commuoveva fino alle lacrime.”
La celebrazione dell’Eucarestia, ai tempi di Francesco era limitata al mattino per poter rispettare il digiuno eucaristico dalla mezzanotte (ridotto a tre ore nel 1957 e a un’ora nel 1965 –n.d.r.); non esistevano, dunque, messe vespertine, ma i fedeli erano invitati a partecipare a varie forme di preghiera come la recita del Vespro, del Santo Rosario, la Benedizione Eucaristica, oppure ad incontri di catechesi che, come sappiamo, Francesco svolgeva personalmente tanto per i bambini, quanto per gli adulti. Erano, e sono tuttora, forme di preghiera comunitaria alle quali egli riserva un’attenzione particolare dicendo: “E poi (e voglio dirlo una volta per tutte), si ricava sempre maggior frutto e più consolazione dalle celebrazioni pubbliche della Chiesa, che non dalle devozioni personali; perché Dio ha così voluto dando la preferenza assoluta agli atti di comunità su quelli privati.” In questo spirito consiglia a Filotea di entrare in qualche Confraternita. Oggi, soprattutto nelle grandi città, hanno assunto altre forme e sono di grande utilità pastorale. Lo stesso Diritto Canonico, chiamandole col nome più generico di “Associazioni di fedeli” dice che esse “tendono, mediante l’azione comune, all’incremento di una vita più perfetta, o alla promozione del culto pubblico o della dottrina cristiana, o ad altre opere di apostolato, quali sono iniziative di evangelizzazione, esercizio di opere di pietà o di carità, animazione dell’ordine temporale mediante lo spirito cristiano (C.J.C. 298 e ss.)”. Ma anche senza far parte di qualcosa di “strutturato” come una Confraternita, un’Associazione, un Gruppo di preghiera, ecc. la domenica, giorno del Signore, potrebbe essere “arricchita” con la visita a qualche persona anziana, sola o ammalata. Dice ancora Francesco, sottolineandone da dimensione comunitaria: “… è sempre una cosa molto ben fatta unirsi ad altri e cooperare con essi per la riuscita di buoni progetti. Benché possa capitare di fare anche in privato pratiche di pietà altrettanto buone come quelle che si fanno in comune nell’ambito della Confraternita, e addirittura di trovare più trasporto in quelle private, ciononostante Dio è glorificato maggiormente dall’unione agli altri e dal contributo che noi diamo ai fratelli e al prossimo in un atto comune.” Quale insegnamento possiamo ricavare da queste parole considerando la nostra realtà? Lui stesso ci mette sulla buona strada: “Dobbiamo dare il contributo del nostro buon esempio per l’edificazione del prossimo e il nostro affetto per la gloria di Dio e l’unione dei cuori in azioni comuni.” A noi scegliere quale potrebbe essere questo “contributo” e questo “buon esempio”.
Preghiamo
Signore aiutaci a riscoprire il senso di appartenenza alla comunità nella preghiera e nel servizio dei fratelli e non permettere che le nostre “diversità” siano di intralcio all’opera feconda del Tuo Spirito che soffia su tutti. Amen.
Ed oggi potremmo fermarci un momento per volgere il pensiero e formulare una preghiera particolare per le nostre comunità. Buona giornata,
PG&PGR