23 febbraio 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

riprendiamo il nostro discorso alla scuola di San Francesco di Sales seguendo ciò che scrive nella Filotea. Senza nominarli, egli ci sta parlando dei “Novissimi” (dal latino ‘novissima=ultime cose), cioè quello che accadrà quando sarà terminato il nostro pellegrinaggio terreno: Morte, Giudizio, Inferno e, finalmente PARADISO. Se i primi tre ci hanno un po’ angosciato, quest’ultimo ci riporta alla speranza per poter dire, col sommo poeta “puro(i) e disposto(i) a salire a le stelle”. Solita, ma non inutile, raccomandazione del Salesio: mettersi alla presenza di Dio ed invocarlo per poter meglio riflettere sulle considerazioni che ci offre. Le leggeremo per intero, anche se ci prenderanno un po’ più di tempo, ma per “salire a le stelle” ne vale la pena: “1. Immagina una bella notte serena: contempla il cielo costellato di miriade di stelle, diverse una dall’altra. Aggiungi a quella meraviglia la bellezza di una magnifica giornata, in cui lo splendore del sole non tolga la nitida vista delle stelle e della luna; e poi dì pure tranquillamente che tutte quelle bellezze sono nulla a confronto del Paradiso. È un luogo desiderabile e amabile come nessun altro, una città senza confronti! 2. Pensa alla nobiltà, alla bellezza e alla moltitudine dei cittadini abitanti in quella città felice: milioni e milioni di Angeli, di Cherubini, di Serafini, il gruppo degli Apostoli, i Martiri, i Confessori, le Vergini, le Madri di famiglia; sono innumerevoli. È una compagnia impareggiabile! Il più piccolo di loro è più bello alla vista di tutto il mondo messo insieme! Immagina la gioia nel contemplarli tutti contemporaneamente. Sono felici; cantano senza sosta l’inno dell’amore eterno; godono di una gioia ininterrotta; scambievolmente provano, nel vedersi, un piacere inesprimibile, e vivono nella sicurezza di una società felice e indivisibile. 3. Infine pensa al bene sommo di cui tutti insieme godono: la vista di Dio che li gratifica per l’eternità del suo sguardo pieno d’amore, travolgendo i loro cuori in un abisso di piacere. È un bene senza pari l’essere uniti al proprio principio. Sono simili ad uccelli spensierati, che volano e cantano eternamente nel cielo della divinità, che li colma di piaceri inesprimibili; ciascuno senza invidia, canta al suo meglio le lodi del Creatore. Sia tu benedetto per sempre, o dolce Creatore e Salvatore, perché sei buono e ci comunichi, con tanta generosità, la tua gloria. Di rimando, Dio benedice con una benedizione eterna, i suoi Santi: Siate benedetti, per sempre, mie care creature che, per avermi servito con coraggio, mi loderete eternamente con amore.” Dopo queste righe di lirica ispirata, per poter divenire anche noi destinatari di tale benedizione, il Nostro ci invita a fare questi propositi: “Ammira (con l’immaginazione – n.d.r.) e loda la patria celeste; rimprovera il tuo cuore per il poco coraggio dimostrato finora…Desidera con forza di giungere a quella beata dimora”. Infine, dopo averci spronato a tenerci lontano da tutto ciò che potrebbe ostacolare o ritardare questo cammino, ci invita a pregare con queste parole piene di fiducia nella infinita bontà del Signore. Dunque, preghiamo:

“Mio buono e supremo Signore, poiché hai voluto guidare di nuovo i miei passi sul cammino che porta a Te, ti prometto che mai più tornerò indietro. Camminiamo, cara anima mia, camminiamo verso quella pace infinita, camminiamo verso quella terra benedetta a noi promessa. Amen.

Ed oggi troviamo il tempo per riflettere un po’ di più su questa beatitudine alla quale siamo chiamati. Buona giornata,

PG&PGR