20 febbraio 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

oggi prendiamo in considerazione la sesta e la settima meditazione che Francesco di Sales ci offre nella Filotea. L’una riguarda il giudizio finale, l’altra…l’Inferno. La scena del giudizio che ci viene presentata dall’evangelista San Matteo (25,31-46), non neghiamolo, ci turba non poco e suscita in noi il grande interrogativo: saremo alla destra o alla sinistra del Giudice? Saremo collocati tra le pecore o le capre? Tutto, evidentemente, dipenderà da come abbiamo vissuto il nostro pellegrinaggio terreno: abbiamo pensato solo al nostro bene, o l’amore verso Dio, che si rende visibile e tangibile attraverso il nostro prossimo, ha avuto una parte privilegiata? “Operata la separazione e dischiuse le coscienze – dice il Salesio – apparirà con chiarezza la perversità dei cattivi e il loro disprezzo per Iddio; dall’altra parte si vedrà la penitenza dei buoni e gli effetti prodotti in essi dalla grazia di Dio”. Quale sarà dunque la pena eterna? Quale sarà il l’eterno premio? “Quei miserabili saranno per sempre privati della contemplazione del Volto di Dio…Considera poi la sentenza dei buoni: Venite, dice il Giudice, è la parola consolante di salvezza, per mezzo della quale Dio ci attira a sé e ci pone nel mondo della sua bontà”. Ed ecco il consiglio del Nostro ad ognuno di noi: “Voglio esaminare la mia coscienza, accusarmi e correggermi, perché in quel giorno non sia il Giudice a condannarmi”. E per quanto riguarda l’Inferno? Dice: Immagina una città tenebrosa, affogata in un’atmosfera di zolfo infiammato e pece nauseante; in quello scenario immagina un brulichio di cittadini che non possono uscirne”. Dopo aver decritto alcuni tormenti tremendi, sottolinea che “c’è poi quello che tutti li supera, ed è la privazione e la perdita della vista di Dio, dalla quale sono esclusi per sempre”. Chiediamoci: dobbiamo temere tutto questo per paura oppure dobbiamo, finché siamo su questa terra, correggere i nostri comportamenti per amore di Dio? Abbassiamo il nostro orgoglio, superiamo il nostro egoismo, stronchiamo la nostra superbia e poi allontaniamo tutti gli altri peccati e vizi: la lussuria, l’accidia, la gola sfrenata, l’ira, l’invidia, l’avarizia, tutte cose che ci rendono schiavi. Seguiamo dunque il consiglio di Francesco che ci dice di “fare ogni sforzo per evitare il peccato, sola causa possibile di quella morte eterna”. In questa Quaresima che abbiamo iniziato da pochi giorni, facciamo uno sforzo per vincere le nostre resistenze al vero bene e vedremo che l’amore di Dio ci renderà veramente liberi.

Preghiamo

Signore illuminaci per poter prendere seriamente la decisione di cambiare vita, di correggere i nostri difetti, di abbandonare i nostri vizi e tutto quello che può allontanarci da Te e fa’ che nel giorno del giudizio possiamo essere chiamati a far parte dei Tuoi benedetti. Amen.

Ed oggi, non per timore, ma con la consapevolezza che Dio fa nuove tutte le cose, chiediamogli di rinnovarci interiormente. Buona giornata,

PG&PGR