3 febbraio 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

prima di riprendere la nostra riflessione sull’Introduzione alla Vita Devota di San Francesco di Sales, vogliamo proporvi quanto segue. Il tema di questo anno pastorale diocesano invita all’ascolto a cominciare dai giovani. Ecco la testimonianza di uno di loro:

“Ciao a tutti. Sono un ragazzo che è stato positivo al Covid-19 per esattamente 36 giorni. Su invito di Padre Gianni, parlerò brevemente di questi giorni così pesanti, intensi, difficili, ma anche di grande grazia.

Scoprire ed accettare di essere positivo al Covid-19 non è stato facile. Ho sempre prestato enorme attenzione nel seguire tutte le direttive possibili e appena ho saputo della mia positività, sono essenzialmente caduto in un profondo sconforto: non capivo cosa avessi fatto di male per meritarmi tutto quello, avevo paura per me, ma soprattutto avevo paura di aver contagiato qualcuno. Aiutato da chi ho accanto, sono riuscito poi ad accettare la cosa, credendo profondamente che il Signore mi avrebbe insegnato qualcosa da tutto ciò. È stato difficile rendersene conto, ma così è stato.

Ho affrontato tante giornate di puro buio e sconforto: ero furioso nel vedere tutti i miei piani saltare, non vedevo luce, non vedevo una via di uscita, non riuscivo a pregare, non riuscivo ad affidarmi, rifiutavo l’aiuto delle persone accentrando tutto su di me. Volevo solo uscire, guarire (per quanto io non potessi fare più di tanto) e non stare più da solo. Grazie a Dio le restanti giornate sono state di profonda grazia. Passavo ore a studiare, a leggere e pregare su un libro di Don Fabio Rosini che avevo sempre rimandato e messo in un angolo. Un modo di pregare nuovo, intenso ma soprattutto molto vero, che mi portava spesso a pregare più che per gli altri che per me, sperando che nessuno fosse positivo per causa mia. Il Signore mi ha portato a iniziare a combattere il mio egoismo: tante volte sono riuscito a sovrastarlo, altre volte purtroppo no. Nonostante ciò, ringrazio ancora il Signore per aver fatto luce su questo mio peccato. Come lo ringrazio per aver fatto luce su quella che è la mia paura più profonda: la solitudine. Infatti, in questi 36 giorni, sono stato letteralmente sommerso di chiamate e messaggi di persone che si preoccupavano per me in maniera molto sincera. Tutto questo interesse, che nella mia visione distorta del mondo sembra sempre ingiustificato, mi ha fatto capire come la solitudine non faccia per me: d’altronde Dio è l’opposto della solitudine. Il Signore mi ha permesso di cambiare prospettiva, ha fatto sì che mi rendessi conto dell’amore che mi circonda, dando valore a tante piccole cose, in particolar modo alla mia famiglia e ai miei amici, sempre interessati di come procedesse il mio isolamento, tanto da venire sotto casa aspettando che mi affacciassi alla finestra per un saluto. Tutto questo mi ha portato oggi a guardare a questo mese d’isolamento come un mese di grazia, un mese dove ho visto Dio nella sofferenza, nel mio buio, ma soprattutto nelle persone che più di tutte avevo accanto. Sono certo che il Signore aveva pianificato minuziosamente il tutto, e la sua lezione è stata meravigliosa.

Spero che questa mia testimonianza possa essere di conforto per tutte le persone che sono positive al Covid-19, o che, sfortunatamente, lo saranno in futuro. Ciò che mi sento di consigliare è di affidarsi, di aprirsi al Signore, sforzandosi di cambiare prospettiva. Ancora una volta, il Signore non mi ha lasciato da solo, e sono certo che non lo farà mai con nessun altro.”

Ringraziamo, anche a nome vostro, questo amico ed oggi vi invitiamo a pregare per tutti i giovani che non riescono a fidarsi del Signore e cercano consolazione lontano da Lui.

Buona giornata,
PG&PGR