Carissimi,
per oggi chiediamo licenza a Madama Filotea e sentiamo cosa dice San Francesco di Sales a proposito della festa liturgica odierna e cioè la Presentazione di Gesù bambino al Tempio, chiamata più semplicemente “La Candelora”. Passati quaranta giorni dalla nascita, in ottemperanza alla Legge di Mosé, il bambino Gesù viene portato al Tempio da Giuseppe e Maria per essere offerto a Dio (Lc 2,25-34). Nelle “Esortazioni leggiamo: Di tutti i sacrifici che erano stati offerti alla divina Maestà dall’inizio del mondo, nessuno era paragonabile a questo per i meriti; e benché venissero immolati molti sacrifici e vittime, erano sacrifici di poco conto…Ma quel giorno venne offerto, al Padre, il Figlio di Dio e nel suo Tempio. Quell’offerta ci viene meravigliosamente riproposta dai riti che si compiono oggi nella Chiesa”. Ma il nome popolare di “Candelora” dove trova la sua giustificazione? Spiega Francesco: “La processione con le candele accese ci ricorda la divina processione della Vergine quando si recò al Tempio portando in braccio il Figlio che è luce del mondo”. Quella stessa luce del cero pasquale che viene introdotto, all’inizio della Veglia Pasquale, nella chiesa buia, illuminando le tenebre, mentre ci acclama “Cristo luce del mondo”, è rappresentata oggi da quelle candele che portiamo in mano. Continua il Salesio: “Quando i cristiani portano i ceri in mano, vogliono significare che, se fosse loro possibile portare in braccio Nostro Signore come fecero la Madonna e il beato Simeone, andrebbero ad offrirlo all’Eterno Padre con le stesse buone disposizioni con cui portano i ceri che lo raffigurano”. Dunque quelle candele accese sono segno della nostra adesione a Cristo e della nostra disponibilità a diventare noi stessi luce del mondo attraverso una autentica testimonianza di vita cristiana. Purtroppo, troppe volte, ci dimentichiamo che alcuni segni esteriori, come le candele oggi, il ramoscello di Ulivo la Domenica delle Palme, la luce di Betlemme all’inizio della novena di Natale, ed altri ancora, non sono oggetti scaramantici che tengono lontana la “malasorte”, ma segni del nostro impegno nel cammino di conversione. Il Salesio conclude questo paragrafo dicendo: Questa festa è l’ultima di quelle che si celebrano in onore dell’Incarnazione, perché quelle che celebreremo, d’ora in poi, non riguarderanno più questo mistero, né l’infanzia del Salvatore, ma la sua morte, la sua risurrezione e la sua ascensione; saranno, insomma feste della nostra redenzione”.
Preghiamo insieme con le parole della Lirturgia
Dio onnipotente ed eterno, guarda i tuoi fedeli riuniti nella festa della Presentazione al tempio del Tuo unico Figlio fatto uomo, e concedi anche a noi di essere presentati a Te pienamente rinnovati nello Spirito. Amen.
Cerchiamo, oggi, di essere “accesi” per far luce a coloro che incontreremo: Buona giornata a tutti,
PG&PGR