Carissimi,
…e di “stranezze” mascherate da devozione, in tanti anni di sacerdozio, vi assicuriamo che ne abbiamo viste veramente tante! In molti casi la mancanza di equilibrio è stata la causa di tante incomprensioni a diversi livelli. Su questo pericolo, Francesco di Sales, nella sua saggezza, ci rassicura e, al tempo stesso, ci mette in guardia: “Se la devozione è autentica non rovina proprio niente, anzi perfeziona tutto; e quando va contro la vocazione legittima, senza esitazione, è indubbiamente falsa”. Citando Aristotele dice che “l’ape ricava il miele dai fiori, senza danneggiarli, e li lascia intatti e freschi come li ha trovati. La vera devozione fa ancora meglio, perché non solo non porta danno alla vocazione e alle occupazioni, ma al contrario, le arricchisce e le rende più belle”. Lo abbiamo già detto sabato scorso, ma ci piace ripeterlo: è tutta questione di trovare il giusto equilibrio tra la ricerca della devozione vera e ciò che, per motivi familiari, di lavoro, o semplicemente di buona convivenza o, meglio ancora, per carità verso il prossimo, siamo chiamati a fare. Il grande amico e figlio spirituale di San Francesco di Sales, San Vincenzo de’ Paoli, diceva ai suoi chierici che era più che lecito tralasciare la preghiera comune per servire un malato; quell’opera di misericordia l’avrebbe egregiamente sostituita, anzi sarebbe diventata essa stessa preghiera. Torniamo al Salesio e alla vera devozione con un’altra similitudine: “Qualunque genere di pietra preziosa, immersa nel miele diventa più splendente, ognuna secondo il suo colore; lo stesso avviene per i cristiani: tutti diventano più cordiali e simpatici nella propria vocazione se le affiancano la devozione: la cura per la famiglia diventa serena, più sincero l’amore tra marito e moglie, più fedele il servizio del principe e tutte le occupazioni più dolci e piacevoli”. Sempre col dovuto equilibrio, dunque, è possibile vivere la vita devota in ogni situazione:“Pretendere di eliminare la vita devota dalla caserma, dalla bottega dell’artigiano, dalla corte del principe, dall’intimità degli sposi è un errore, anzi un’eresia. E’ vero che la devozione contemplativa, monastica e religiosa, non può essere vissuta in quelle vocazioni; ma è anche vero che, oltre a queste tre devozioni ce ne sono tante altre, adatte a portare alla perfezione quelli che vivono fuori dei monasteri”. E qui il Salesio fa un elenco di personaggi biblici dell’Antico e del Nuovo Testamento. che provano quanto detto prima: Abramo, Isacco, Giacobbe, Davide Sara, Rebecca, San Giuseppe che visse la perfetta devozione nella sua bottega, Aquila e Priscilla che la vissero nel matrimonio. Cita ancora San Sebastiano e San Maurizio che seppero viverla pienamente nella vita militare e diversi sovrani che la esercitarono sul trono. Conclude con una affermazione che dovrebbe infondere in tutti noi una grande speranza: “Poco importa dove ci troviamo: ovunque possiamo e dobbiamo aspirare alla devozione”.
Preghiamo
Signore Gesù dacci la forza, la costanza e l’impegno per rispondere pienamente alla nostra vocazione cristiana e fa’ che le nostre quotidiane occupazioni siano svolte in modo tale da diventare preghiera. Amen.
Qualsiasi cosa ci troveremo a fare oggi, facciamola al meglio delle nostre possibilità, per amore di Dio. Buona giornata,
PG&PGR