1 febbraio 2021: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

…e di “stranezze” mascherate da devozione, in tanti anni di sacerdozio, vi assicuriamo che ne abbiamo viste veramente tante! In molti casi la mancanza di equilibrio è stata la causa di tante incomprensioni a diversi livelli. Su questo pericolo, Francesco di Sales, nella sua saggezza, ci rassicura e, al tempo stesso, ci mette in guardia: “Se la devozione è autentica non rovina proprio niente, anzi perfeziona tutto; e quando va contro la vocazione legittima, senza esitazione, è indubbiamente falsa”. Citando Aristotele dice che “l’ape ricava il miele dai fiori, senza danneggiarli, e li lascia intatti e freschi come li ha trovati. La vera devozione fa ancora meglio, perché non solo non porta danno alla vocazione e alle occupazioni, ma al contrario, le arricchisce e le rende più belle”. Lo abbiamo già detto sabato scorso, ma ci piace ripeterlo: è tutta questione di trovare il giusto equilibrio tra la ricerca della devozione vera e ciò che, per motivi familiari, di lavoro, o semplicemente di buona convivenza o, meglio ancora, per carità verso il prossimo, siamo chiamati a fare. Il grande amico e figlio spirituale di San Francesco di Sales, San Vincenzo de’ Paoli, diceva ai suoi chierici che era più che lecito tralasciare la preghiera comune per servire un malato; quell’opera di misericordia l’avrebbe egregiamente sostituita, anzi sarebbe diventata essa stessa preghiera. Torniamo al Salesio e alla vera devozione con un’altra similitudine: “Qualunque genere di pietra preziosa, immersa nel miele diventa più splendente, ognuna secondo il suo colore; lo stesso avviene per i cristiani: tutti diventano più cordiali e simpatici nella propria vocazione se le affiancano la devozione: la cura per la famiglia diventa serena, più sincero l’amore tra marito e moglie, più fedele il servizio del principe e tutte le occupazioni più dolci e piacevoli”. Sempre col dovuto equilibrio, dunque, è possibile vivere la vita devota in ogni situazione:“Pretendere di eliminare la vita devota dalla caserma, dalla bottega dell’artigiano, dalla corte del principe, dall’intimità degli sposi è un errore, anzi un’eresia. E’ vero che la devozione contemplativa, monastica e religiosa, non può essere vissuta in quelle vocazioni; ma è anche vero che, oltre a queste tre devozioni ce ne sono tante altre, adatte a portare alla perfezione quelli che vivono fuori dei monasteri”. E qui il Salesio fa un elenco di personaggi biblici dell’Antico e del Nuovo Testamento. che provano quanto detto prima: Abramo, Isacco, Giacobbe, Davide Sara, Rebecca, San Giuseppe che visse la perfetta devozione nella sua bottega, Aquila e Priscilla che la vissero nel matrimonio. Cita ancora San Sebastiano e San Maurizio che seppero viverla pienamente nella vita militare e diversi sovrani che la esercitarono sul trono. Conclude con una affermazione che dovrebbe infondere in tutti noi una grande speranza: “Poco importa dove ci troviamo: ovunque possiamo e dobbiamo aspirare alla devozione”.

Preghiamo

Signore Gesù dacci la forza, la costanza e l’impegno per rispondere pienamente alla nostra vocazione cristiana e fa’ che le nostre quotidiane occupazioni siano svolte in modo tale da diventare preghiera. Amen.

Qualsiasi cosa ci troveremo a fare oggi, facciamola al meglio delle nostre possibilità, per amore di Dio. Buona giornata,

PG&PGR