Carissimi,
il libro del Qoèlet, uno dei libri sapienziali dell’Antico Testamento attribuito a Salomone, tratta, soprattutto nei primi capitoli, della vanità. Usa espressioni forti che, spesso, sono agli antipodi del modo di pensare, di fare e di essere dell’uomo. I primi versetti, praticamente, ne riassumono il contenuto: “Vanità delle vanità, dice Qoèlet, vanità delle vanità, tutto è vanità. Quale utilità ricava l’uomo da tutto l’affanno per cui fatica sotto il sole?(1,2-3). Ma poniamoci una domanda: noi, siamo vanitosi? Certamente diremmo: Ma no, figurati! Se però prendiamo in esame alcuni sinonimi di questo termine, quali fatuità, inconsistenza, inutilità, leggerezza, ostentazione, vanagloria, ecc., potremmo forse scoprire qualche corrispondenza nella nostra vita. Come superare, dunque, la vanità? In una lettera Francesco di Sales scrive: “Quanto sono felici quelli che Dio maneggia a suo piacere e con la tribolazione o con la consolazione sottomette alla sua Volontà. I Servi di Dio ritengono però assai più stimata la strada dell’avversità come più conforme a quella del nostro Capo. Gesù infatti non volle operare la salvezza nostra e la gloria sua che per mezzo della Croce e degli obbrobri; …e per questa strada Egli ha sempre condotto i suoi servi più grandi e più cari”. Gesù, dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, fugge dalla folla che vuole farlo re (Gv 6,14-15). Per lui sarebbe stato facile approfittare di quel momento…Ma la sua missione esigeva ben altro. Negli A.S. leggiamo che il 16 novembre del 1622, giunto nella città di Avignone, Francesco di Sales fu accolto e acclamato come un Santo. Per le strade la gente lo indicava come l’apostolo dello Chablais, il grande Vescovo di Ginevra, l’autore di tanti scritti, il Fondatore della Visitazione, ecc. Il testo riporta la deposizione del Canonico Rolland riguardo a quel trionfo: “L’umiltà del Santo ne ebbe molto a soffrire…Non potendo più sopportare queste pubbliche acclamazioni, il pio Vescovo si nascose in una bottega di un libraio, sotto pretesto di acquistare qualche libro, e disse: «Ahimè! Quanto è vero il testo di Salomone: Vanità delle vanità, tutto è vanità!… Il numero degli sciocchi è veramente innumerevole in questa vita! Se mi credessi abbastanza coraggioso, farei davvero qualche azione ridicola per disingannare questa povera gente; ma bisogna vivere nella sincerità cristiana e non fare il savio per essere lodato né lo sciocco per essere disprezzato, camminando semplicemente nel servizio del Signore». Altre volte poi diceva: «Non a noi, Signore, non a noi, ma a Voi solo la gloria».
Questo ci fa pensare a quanti personaggi più o meno pubblici, darebbero chissà che cosa per acquistare o aumentare la propria popolarità e per offrire di se stessi un’immagine che, spesso, non corrisponde alla verità.
Preghiamo:
Signore liberaci dalla vanità. Fa’ che il nostro dire, il nostro fare, il nostro essere non siano guidati dalla ricerca dell’approvazione degli altri, ma dalla volontà di compiere sempre e sempre meglio la missione che ci affidi come tuoi figli e testimoni della Tua bontà. Amen.
Che ne dite se, oggi, tutti cercassimo di evitare qualche piccola vanità? Buona giornata,
PG&PGR