Carissimi,
quando tutto attorno a noi sembra non andare per il verso giusto, o quello che riteniamo essere giusto, nell’animo fa “capoccella” un senso di impotenza, abbattimento, sconforto e tristezza che mette in serio pericolo la nostra fiducia nel Signore. “L’uomo – dice Francesco di Sales nella Filotea – è un piccolo mondo perché non si trova mai nella stessa condizione, e la sua vita scorre su questa terra come le acque che scrosciano e ondeggiano in un continuo turbinio di movimenti; e ora lo alzano verso la speranza, ora lo prostrano nella paura, ora lo spingono verso la destra della consolazione, ora verso la sinistra dell’afflizione, e non si dà mai un giorno solo, anzi nemmeno un’ora sola, che sia identica all’altra. Questa è la condizione umana…, la nostra condizione! Dunque, cosa fare? Il Salesio vuole darci un consiglio: “Voglio darti un consiglio fondamentale: dobbiamo sforzarci di conservare una continua e inattaccabile uguaglianza di cuore in una simile varietà di situazioni; e benché intorno a noi tutto muti in continuazione, dobbiamo rimanere saldamente fermi per guardare, tendere e protendere sempre al nostro Dio. Qualunque rotta prenda la nave, sia che faccia vela verso ponente o verso levante, verso mezzogiorno o verso settentrione, qualunque sia il vento che la spinge, l’ago della bussola sarà sempre rivolto alla bella stella e al polo”. Dobbiamo quindi sforzarci di credere che la volontà di Dio, anche quando non coincide con la nostra, è sempre rivolta al nostro vero bene che, tante volte, non riusciamo a vedere. Continua: “Anche se tutto dovesse capovolgersi, non soltanto attorno a noi, ma anche dentro di noi, nonostante tutto, per sempre e costantemente, la punta del nostro cuore, il nostro spirito, la nostra volontà superiore, che è la nostra bussola, deve guardare senza sosta e tendere stabilmente verso l’amore di Dio…e questo indipendentemente dal fatto che la nostra anima sia nella tristezza o nella gioia, nella dolcezza o nell’amarezza, in pace o nel turbamento, nella luce o nelle tenebre, nella tentazione o nella serenità, nel piacere o nel disgusto, nella aridità o nella tenerezza, sia infine che il sole la bruci o che la rugiada la rinfreschi!”. Il grande rischio è che le tante situazioni difficili che possiamo incontrare, ci allontanino, magari inconsciamente, dall’amore di Dio. Insieme a San Paolo (Rom 8,35), Francesco ci esorta: “Chi ci separerà dalla carità e dall’amore di Dio? Niente mai potrà separarci da quest’amore: né la tribolazione, né l’angoscia, né la morte, né la vita, né il dolore presente, né il timore degli eventi futuri, né le arti dello spirito maligno, né la grandezza delle consolazioni, né la tenerezza, né l’aridità: nulla dovrà mai separarci da questa santa carità fondata su Gesù Cristo”. Non possiamo illuderci di essere indenni dalle avversità, ma la nostra fede può essere più grande di queste. Andiamo, dunque, avanti con fiducia…sempre!
Preghiamo
Signore, ai tuoi apostoli terrorizzati in mezzo alle acque del lago in tempesta, hai chiesto: “Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?”. Questa stessa domanda, oggi, la poni a tutti noi. Perdonaci e aumenta la nostra fede. Amen.
Forse oggi incontreremo qualche piccola difficoltà: affrontiamola con coraggio con la certezza che il Signore ci è vicino. Buona giornata,
PG&PGR