Carissimi,
la storia europea ci dice che il XVII secolo è tutto un susseguirsi di guerre, piccole e grandi, più o meno lunghe, per il predominio economico. Anche la Savoia si trova a dover ricorrere alle armi in quanto l’11 agosto 1600 le truppe francesi di Enrico IV invadono il territorio del Ducato savoiardo governato da Carlo Emanuele I e il 5 ottobre le truppe francesi entrano trionfanti ad Annecy. Enrico IV, si era convertito al Calvinismo, Carlo Emanuele I era cattolico “convinto” e dunque, oltre agli interessi economici riguardanti alcuni territori, entrano in ballo, anche se celate, le questioni religiose. Diverse “scaramucce” vedono vincitrice ora l’una ora l’altra parte, ma alla fine i francesi avranno la meglio. La mediazione del Cardinale Pietro Aldobrandini, legato del Papa Clemente VIII, porta al trattato di Lione firmato dalle parti belligeranti il 17 gennaio 1601 e la conseguente fine dell’inutile guerra. E San Francesco di Sales? Negli A.S. leggiamo che “il 27 ottobre 1600 gli fu data comunicazione che il Signor di Montglant, tenente generale di Enrico IV nella provincia dello Chablais, eretico ostinato, spinto dai suoi amici di Ginevra, si era impadronito di tutti i benefici ecclesiastici dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro; e, come appartenenti al Duca di Savoia, li aveva incorporati ai redditi del Re. Francesco, che con tanta pena aveva riscattato quelle poche rendite per la sussistenza dei curati delle parrocchie ritornate all’ovile di Gesù Cristo, lasciò Annecy (dove il giorno precedente era stato ricevuto da Enrico IV – n.d.r.), e partì per lo Chablais, onde dar coraggio ai neo-convertiti e richiamare i curati, che già si disperdevano. Appena però il fervoroso Apostolo si trovò di qualche lega lontano d’Annecy venne circondato dalle truppe nemiche, che, giudicando da tutto l’insieme non esser egli un uomo qualsiasi, l’arrestarono e costituirono prigioniero di guerra in nome del Re. Docilmente il Santo si lasciò arrestare e se ne rimase tra i soldati nemici con altrettanta tranquillità che se fosse stato in compagnia dei suoi amici”. Ventidue anni dopo questo episodio, in una Esortazione sul duplice comandamento dell’amore (Dio e il prossimo), Francesco dirà: “Desta molta meraviglia che si dica che questi due comandamenti sono simili, visto che uno ci esorta ad amare Dio, mentre l’altro ha per oggetto la creatura: Dio infinito e la creatura finita; Dio, che è la bontà per eccellenza e da cui provengono tutti i beni, e l’uomo, pieno di malizia e dal quale ci derivano tanti mali; infatti, il comandamento dell’amore del prossimo comprende anche il comandamento dell’amore dei nemici (Mt 5,43-44). Forse a Francesco di Sales, mentre pronunciava questo discorso, sarà tornato alla mente quell’episodio di tanti anni prima, quello del suo arresto e della sua benevolenza verso i soldati nemici. Ricordiamo ciò che ha detto, nell’omelia del 19 giugno 2013, Papa Francesco: “Pregare per i nemici è il primo gesto d’amore”.
Come preghiera…ognuno pensi a qualche “nemico/a” e, oggi, preghi per lui o lei.
Buona giornata,
PG&PGR
Notizie di PGR
Prossima medicazione…giovedì…dovrebbe essere un buon segno, non vi pare? PG