29 agosto 2020: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi tutti,

TERZA e ultima PARTE

Concludendo, ecco l’ideale dell’amor di Dio vissuto in mezzo al mondo: che questi uomini e queste donne abbiano ali per volare verso Dio con la preghiera amorosa; abbiano anche piedi per camminare amabilmente cogli altri uomini; e non abbiano “grinte fosche”, ma bensì volti sorridenti, sapendo di essere avviati verso la gaia casa del Signore!

Se vi sentissero i politici! Essi misurano l’azione dal successo. “Riesce? Allora vale!”. Voi: “Vale anche non riuscita, l’azione, se fatta per amor di Dio;  merito della croce portata non è il suo peso, ma il modo con cui è portata; ci può essere più merito a portare una piccola croce di paglia che una grande croce di ferro; il mangiare, il bere, il passeggiare fatti per amore di Dio possono valere più del digiuno o dei colpi di disciplina”.

Ma voi avete fatto un passo ancora più avanti, dicendo: l’amore di Dio può – in un certo senso – perfino cambiare le cose, rendendo buone le azioni di per sé indifferenti o anche pericolose. E’ caso del gioco d’azzardo e del ballo (quello dei vostri tempi, naturalmente), se si fa “per svago e non per attaccamento; per poco tempo e non fino a stancarsi e stordirsi; e raramente, in modo che non diventi occupazione invece che ricreazione”.

Dunque, è alla qualità delle nostre azioni che bisogna badare, più che alla grandezza e al numero! Avete letto ciò che ha scritto Rabelais, vostro quasi contemporaneo, sulle devozioni insegnate al giovane Gargantua? “Ventisei o trenta Messe da ascoltare ogni giorno, una serie di Kyrie eleyson, che sarebbero bastati per sedici romiti”! Se avete letto, avete dato anche la risposta, insegnando alle vostre suore: “E’ bene avanzare, però non con la moltitudine delle pratiche di pietà, ma bensì perfezionandole. L’anno scorso avete digiunato tre volte la settimana; quest’anno volete raddoppiare e la settimana vi basterà. Ma il prossimo anno? Digiunerete – raddoppiando ancora – nove giorni la settimana o due volte al giorno? Fate attenzione! E’ pazzia desiderare di morire martiri nelle Indie e intanto trascurare i propri doveri quotidiani!”. In altre parole: non tanto praticare le devozioni, quanto avere la devozione. L’anima non è tanto una cisterna da riempire, quanto una fontana da far zampillare!

E non solo l’anima delle suore. Con questi princìpi la santità cessa di essere privilegio dei conventi e diventa potere e dovere di tutti! Non diventa impresa facile (è la via della croce!), ma ordinaria: qualcuno la realizza con atti o voti eroici alla maniera delle aquile, che planano negli alti cieli; moltissimi la realizzano con l’eseguire i doveri comuni di ogni giorno, in modo però non comune, alla maniera delle colombe, che volano da un tetto all’altro.

Perché desiderare i voli d’aquila, i deserti, i chiostri severi, se non vi si è chiamati? Non facciamo come le malate nevrotiche, che vogliono ciliegie d’autunno e uva in primavera! Applichiamoci a ciò che Dio ci chiede secondo lo stato in cui siamo. “Signora, avete scritto, bisogna accorciare un po’ le preghiere, per non compromettere i doveri di casa. Siete sposata, siate sposa totalmente senza eccessiva verecondia; non annoiate i vostri, fermandovi troppo in chiesa; abbiate una devozione tale da farla amare anche a vostro marito, ma ciò avverrà solo se questi vi sentirà sua”.

Albino Luciani

Preghiamo:

Ogni giorno, Signore, ci offri la possibilità di imitare i santi nelle nostre azioni quotidiane. Aiutaci ad avere l’umiltà di servire Te e i nostri fratelli senza pretendere di fare grandi cose…Saremo i santi della porta affianco. Amen

Con la speranza che questa lunga lettera ci aiuti a riflettere, buona giornata a tutti,

PG&PGR