Carissimi tutti,
in una delle lettere San Francesco di Sales fa questa raccomandazione: “Ricordatevi di far conto che tutto il passato è nulla e che, ogni giorno, dovete dire con Davide: Adesso comincio a voler amare il mio Dio. Operare, faticare per Dio è amore. Applicate ogni cosa a questo amore: mangiate, bevete, riposatevi per questo”.
Se guardiamo alla nostra vita di fede passata, alle belle esperienze fatte da giovani, alle speranze che avevamo nei nostri cuori, alle chiese piene di fedeli nelle messe domenicali, ecc. rischiamo di ammalarci di malinconia. Le belle esperienze degli anni giovanili, per molti, sono rimaste solo un ricordo…Ora c’è la famiglia, il lavoro con tutte le preoccupazioni che comporta…C’è da pensare al domani, a quello che accadrà a livello economico, politico, sanitario… E le nostre speranze dove sono finite? Se poi ripensiamo alle nostre comunità parrocchiali “ante pandemia”, alle celebrazioni, espressione della nostra fede, con la presenza di una comunità viva fatta di bambini, giovani, adulti, intere famiglie, anziani, e alle tante attività e iniziative che, a vari livelli, venivano messe in atto, il cuore ci si stringe e la tristezza e la delusione rischiano di rubare il posto alla gioia e alla speranza.
Dobbiamo ricominciare…ricominciare da Dio, dal nostro rapporto personale con lui, farci delle “iniezioni” di ottimismo, di fede nel Signore con la certezza che Lui non abbandona mai i suoi figli. L’ottimismo di San Francesco di Sales dovrebbe farci scuola in questo. Quando tutto sembra perduto, quando le difficoltà incombono, quando la tempesta è tale da minacciare la stabilità della “barca di Pietro”, il Signore interviene. Ripensiamo al brano evangelico della tempesta sedata (Mc 4,35-41): le acque del lago sono in tempesta, il vento infuria minaccioso e Gesù…dorme. Gli apostoli lo svegliano e lo rimproverano “non ti importa che moriamo”?, ma il Signore, dopo aver sgridato il vento e le acque che tornano alla bonaccia, chiede: “Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?” La stessa domanda il Signore, oggi, la rivolge a noi: perché temere? La nostra fede in Lui è ancora così debole? Gesù ha placato la tempesta nel lago e, se noi glielo permettiamo, placherà ogni tempesta che agita la nostra vita e il nostro cuore.
Preghiamo:
Signore anche noi vogliamo dire “Adesso comincio a voler amare il mio Dio”. Ma abbiamo bisogno del tuo aiuto, della tua presenza, della tua forza affinché le tempeste della vita si plachino. Signore, annienta i nostri timori e aumenta la nostra fede. Amen.
Diciamo insieme al Signore: oggi ricomincio da Te. Buona giornata a tutti,
PG&PGR