19 agosto 2020: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi tutti,

qualche giorno fa abbiamo celebrato la solennità dell’Assunzione di Maria al cielo. Prima che Pio XII, il 1° novembre 1950, definisse il dogma dell’Assunzione di Maria al cielo, in anima e corpo, sancendo così un’antica e costante tradizione della Chiesa e realizzando la richiesta che da tempo veniva avanzata presso la Sede Apostolica, per una definizione del privilegio mariano, tra i primi testimoni più qualificati è certamente da annoverare Francesco di Sales che più volte ha illustrato, con gli scritti e le parole, il tema dell’Assunzione. Egli prende parte attiva anche alla discussione sulla morte di Maria, punto che ancora oggi non cessa di essere dibattuto dai teologi. Infatti alcuni autori, anche recenti, sostengono che la Vergine, a causa del suo concepimento immacolato, cioè concepita senza peccato originale, non ha conosciuto la morte, ma è stata attirata al cielo durante quella che viene definita la “dormizione della Vergine”. Francesco non condivide questa opinione ed è convinto che Maria, come suo Figlio, è passata attraverso la morte e la sepoltura, ma per un breve periodo di tempo, per essere poi assunta in anima e corpo al cielo. Nell’Esortazione per la festa dell’Assunzione del 1618, dice: “ Dopo che l’anima santissima della Madonna ebbe lasciato il suo corpo purissimo, questo fu portato al sepolcro e reso alla terra come quello del Figlio, perché era ragionevole che la Madre non godesse di un privilegio maggiore di quello del Figlio. Ma come Nostro Signore dopo tre giorni risuscitò, così anche lei risuscitò dopo tre giorni; tuttavia in modo diverso, in quanto il Salvatore risuscitò per la propria potenza ed autorità, mentre la Madonna risuscitò per opera dell’onnipotenza del Figlio che ordinò all’anima benedetta della sua santissima Madre di riunirsi al suo copro. Era molto opportuno che quel corpo purissimo non fosse assolutamente soggetto a decomposizione dato che quello di Nostro Signore era stato preso dalle sue caste viscere e vi aveva riposato per nove mesi”. Ma se Maria morì della stessa morte del Figlio, conviene chiedersi anche, suggerisce il Salesio, di quale morte Cristo morì. Egli è morto per amore! “L’Amore volle che la morte entrasse in Nostro Signore in modo che, per essa, Egli potesse espandersi sopra gli uomini. E’ la morte del Cristo che permette all’amore di entrare nel mondo. Egli si immola, quindi, volontariamente, affinché quell’amore che lo spingeva ad offrirsi in olocausto, quell’amore per il Padre e per gli uomini che lo consumava, fosse dato anche a noi”.  Allora Cristo, conclude ovviamente il Salesio, è morto per amore e se Maria è morta della stessa morte di suo Figlio, anche lei è morta per amore.

E’ questo uno dei motivi per cui il Concilio Vaticano II, nell’ottavo capitolo della Costituzione Dogmatica “Lumen Gentium” definirà Maria come “corredentrice”.

Preghiamo con le parole della Liturgia:

Signore  che hai innalzato alla gloria del cielo in corpo e anima la Beata Vergine Maria e non hai voluto che conoscesse la corruzione del sepolcro colei che ha generato il Signore della vita, fa’ che viviamo in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni per condividere la sua stessa gloria. Amen.

A tutti l’augurio di una buona giornata, con una Ave Maria in più,

PG&PGR