18 agosto 2020: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi tutti,

QUINTA ed ultima PARTE

Dopo la morte di Francesco di Sales, Giovanna intraprende un altro lavoro immane: vigilare sulla pubblicazione delle sue opere soprattutto su chi non si faceva scrupolo di fare “operazioni editoriali” di basso profilo, tagliando, aggiungendo, modificando il testo base, ecc. Un lavoro immemso cui va aggiunta la cura costante dei Monasteri di cui lei è la prima responsabile e come vera “Madre” scrive e risponde a tutti e a tutte. Sono migliaia le lettere (così dicono gli esperti) scritte per incoraggiare, sostenere, guidare, confortare; si tratta di lettere inviate per lo più alle consorelle, ai propri familiari e a vari personaggi dell’epoca. In esse ritornano i temi centrali della spiritualità “salesiana”: la pace interiore da perseguire ad ogni costo, la gioia profonda che nasce dal cuore riconciliato, l’umiltà ancorata alla ricerca della volontà di Dio. Discorsi che oggi potremmo definire “controcorrente”. I due fondatori dell’Ordine della Visitazione consegnano alla Chiesa il messaggio centrale del Vangelo: ciò che conta è “fare la volontà di Dio” perché, direbbe Dante Alighieri, “ E ‘n la sua volontade è nostra pace”.

Giovanna non ha scritto opere di teologia o di spiritualità: la sua grande opera sono le sue lettere e la sua meravigliosa e sorprendente attività di sposa e madre prima, di fondatrice e superiora poi. Leggendo i suoi scritti si incontra un cuore appassionato, tutto proteso verso Dio con uno zelo pastorale che non conosce rallentamenti o soste; si sente il cuore di una donna che continua ad essere Madre delle sue consorelle come lo era stata per i suoi quattro figli; si gusta la bellezza di un cuore donato a Dio da cui scaturiscono semplicità, freschezza, limpidezza e genuinità.

Gli ultimi anni di Giovanna sono una serena, graduale preparazione al distacco da questo mondo. A fine ottobre 1641 è a Parigi per l’ultima volta: qui rivede Vincenzo de’ Paoli, il grande amico di Francesco di Sales, cui era affidata la direzione delle Figlie della Visitazione di quella città. Lasciando Parigi saluta le sue figlie dicendo loro: “Addio, figlie mie, per l’eternità”. Sente che il suo viaggio in questo mondo sta per finire e prepara una revisione di tutta la sua vita con l’Arcivescovo di Sens, un santo prelato che lei venerava in modo speciale.

Ai primi di dicembre la sua salute peggiora con forti dolori al petto ed è costretta a stare a letto. Ciononostante detta ancora due lettere di addio a tutte le case dell’Ordine nelle quali raccomanda “di avere cura della pace di Dio tra voi e dell’unione caritatevole tra i monasteri”.

Il suo grande cuore cessa di battere in questo mondo, nel monastero di Moulins, la sera del 13 dicembre 1641 a quasi 70 anni di età. Viene sepolta nella chiesa della prima Visitazione in Annecy, di fronte al sepolcro di Francesco di Sales. Il 13 novembre 1751 il Papa Benedetto XIV la dichiara beata; il suo successore, Clemente XIII, nel 1767, la dichiara santa. Attualmente i monasteri della Visitazione di Santa Maria sono più di 150 sparsi in 32 nazioni di quattro continenti. Attualmente le spoglie mortali dei due santi riposano ai lati dell’altare maggiore nella Basilica di San Francesco di Sales che svetta sul colle che guarda verso la città di Annecy e il mondo intero.

Preghiamo:

Signore concedici, la forza, il coraggio, la costanza e soprattutto la fede che ha animato la vita di Santa Giovanna Francesca, prima come sposa e madre, poi come Fondatrice e religiosa; la sua intercessione accompagni sempre il cammino delle nostre comunità parrocchiali. Amen.

Siamo certi che questa parentesi sulla vita di Santa Giovanna Francesca sia stata utile anche per conoscere meglio la spiritualità di San Francesco di Sales. Da domani riprenderemo in mano i suoi scritti.

A tutti l’augurio di una buona giornata sotto la protezione di questi due “campioni” di santità ricordando sempre che questa, la santità, non è “proprietà privata”, ma “proprietà di Dio” e dunque aperta a tutti,

PG&PGR

 

QUINTA ed ultima PARTE

Dopo la morte di Francesco di Sales, Giovanna intraprende un altro lavoro immane: vigilare sulla pubblicazione delle sue opere soprattutto su chi non si faceva scrupolo di fare “operazioni editoriali” di basso profilo, tagliando, aggiungendo, modificando il testo base, ecc. Un lavoro immemso cui va aggiunta la cura costante dei Monasteri di cui lei è la prima responsabile e come vera “Madre” scrive e risponde a tutti e a tutte. Sono migliaia le lettere (così dicono gli esperti) scritte per incoraggiare, sostenere, guidare, confortare; si tratta di lettere inviate per lo più alle consorelle, ai propri familiari e a vari personaggi dell’epoca. In esse ritornano i temi centrali della spiritualità “salesiana”: la pace interiore da perseguire ad ogni costo, la gioia profonda che nasce dal cuore riconciliato, l’umiltà ancorata alla ricerca della volontà di Dio. Discorsi che oggi potremmo definire “controcorrente”. I due fondatori dell’Ordine della Visitazione consegnano alla Chiesa il messaggio centrale del Vangelo: ciò che conta è “fare la volontà di Dio” perché, direbbe Dante Alighieri, “ E 'n la sua volontade è nostra pace”.
Giovanna non ha scritto opere di teologia o di spiritualità: la sua grande opera sono le sue lettere e la sua meravigliosa e sorprendente attività di sposa e madre prima, di fondatrice e superiora poi. Leggendo i suoi scritti si incontra un cuore appassionato, tutto proteso verso Dio con uno zelo pastorale che non conosce rallentamenti o soste; si sente il cuore di una donna che continua ad essere Madre delle sue consorelle come lo era stata per i suoi quattro figli; si gusta la bellezza di un cuore donato a Dio da cui scaturiscono semplicità, freschezza, limpidezza e genuinità.
Gli ultimi anni di Giovanna sono una serena, graduale preparazione al distacco da questo mondo. A fine ottobre 1641 è a Parigi per l’ultima volta: qui rivede Vincenzo de’ Paoli, il grande amico di Francesco di Sales, cui era affidata la direzione delle Figlie della Visitazione di quella città. Lasciando Parigi saluta le sue figlie dicendo loro: “Addio, figlie mie, per l’eternità”. Sente che il suo viaggio in questo mondo sta per finire e prepara una revisione di tutta la sua vita con l’Arcivescovo di Sens, un santo prelato che lei venerava in modo speciale.
Ai primi di dicembre la sua salute peggiora con forti dolori al petto ed è costretta a stare a letto. Ciononostante detta ancora due lettere di addio a tutte le case dell’Ordine nelle quali raccomanda “di avere cura della pace di Dio tra voi e dell’unione caritatevole tra i monasteri”. 
Il suo grande cuore cessa di battere in questo mondo, nel monastero di Moulins, la sera del 13 dicembre 1641 a quasi 70 anni di età. Viene sepolta nella chiesa della prima Visitazione in Annecy, di fronte al sepolcro di Francesco di Sales. Il 13 novembre 1751 il Papa Benedetto XIV la dichiara beata; il suo successore, Clemente XIII, nel 1767, la dichiara santa. Attualmente i monasteri della Visitazione di Santa Maria sono più di 150 sparsi in 32 nazioni di quattro continenti. Attualmente le spoglie mortali dei due santi riposano ai lati dell’altare maggiore nella Basilica di San Francesco di Sales che svetta sul colle che guarda verso la città di Annecy e il mondo intero. 
 
Preghiamo:
Signore concedici, la forza, il coraggio, la costanza e soprattutto la fede che ha animato la vita di Santa Giovanna Francesca, prima come sposa e madre, poi come Fondatrice e religiosa; la sua intercessione accompagni sempre il cammino delle nostre comunità parrocchiali. Amen.
 
Siamo certi che questa parentesi sulla vita di Santa Giovanna Francesca sia stata utile anche per conoscere meglio la spiritualità di San Francesco di Sales. Da domani riprenderemo in mano i suoi scritti.  
 
A tutti l’augurio di una buona giornata sotto la protezione di questi due “campioni” di santità ricordando sempre che questa, la santità, non è “proprietà privata”, ma “proprietà di Dio” e dunque aperta a tutti,
 

PG&PGR