11 agosto 2020: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi tutti,

nella Filotea leggiamo: “Ama i poveri e la povertà; è questo amore che ti farà sinceramente povera, giacché, come dice la Scrittura, noi assomigliamo alle coea che amiamo…Se dunque ami i poveri parteciperai realmente alla loro povertà e sarai povera come loro”. Se queste parole fossero state scritte tra la fine del XII secolo e la prima metà di quello successivo, avremmo potuto ipotizzare che Santa Chiara di Assisi, di cui oggi si celebra la memoria liturgica, conoscesse gli scritti del Salesio. E nelle Esortazioni troviamo, tra le altre, una affermazione che riporta alla mente la vita e l’operato della santa di Assisi: “L’umiltà ci è talmente necessaria che, senza di essa, non possiamo piacere a Dio né possedere alcun’altra virtù nemmeno la carità che tutto perfeziona, perché essa è talmente unita all’umiltà che le due virtù non possono essere separate”.

Chiara Scifi (questo il suo cognome – 1194-1253)), nasce in una nobile famiglia di Assisi e già da piccola apprende i principi religiosi dalla madre. Il suo amore per i poveri si manifesta assai presto nel preparare dei pasti da distribuire loro, vestendo sempre semplicemente e senza apparire direttamente. Attraverso il cugino, Rufino, che sarà uno dei primi compagni di San Francesco, conosce quel giovane concittadino, di pochi anni più vecchio di lei, che ha avuto il coraggio di abbandonare la sua esistenza fatta di comodità e frivolezze per iniziare una nuova vita tutta ispirata al Vangelo, e decide di seguirne le orme. Per brevità non ci soffermiamo su tutte le difficoltà e le opposizioni da parte della famiglia, che l’aveva già destinata ad un facoltoso matrimonio, che la giovane deve affrontare per rispondere alla sua vocazione. Anche questo fa parte di quel martirio “affettivo” di cui abbiamo parlato ieri.

La vita di Santa Chiara è costellata di diversi episodi miracolosi. Il più famoso è quello di aver respinto, nel 1240, l’assalto dei saraceni al convento di San Damiano, presentandosi sulla porta con il Santissimo Sacramento nell’ostensorio.

Negli A.S. si legge che la festa di Santa Chiara era di particolarissima devozione per il Salesio e, sebbene le Clarisse di Annecy dipendessero dai Padri Conventuali e non dal Vescovo, egli non lasciava di andare a predicare nella loro chiesa, non solo per la festa della loro Santa Madre e Patrona, ma moltissime altre volte nell’anno, dicendo: “Non tengo affatto alla mia autorità, voglio solo la dilezione e l’unione dei cuori; e Dio mi fa la grazia di trovarmi bene con tutti quelli che vogliono amare e servire la sua  divina Bontà”.

Preghiamo:

Signore tu hai concesso a Santa Chiara il coraggio e la forza della fede per respingere gli assalti del maligno; aiuta anche noi a tenere lontano il male dalla nostra vita e concedici di viverla nell’umiltà e nell’amore verso i poveri. Amen

Con una particolare attenzione ai poveri che oggi incontreremo, buona giornata.

PG&PGR

Buon onomastico a tutte le CHIARA, piccole e grandi, che conosciamo.