Carissimi tutti, vicini e lontani,
sembra che, finalmente, le cose per Paolo si mettano discretamente bene. Oggi leggiamo (Atti 18,9-18) che il Signore stesso, in visione, lo incoraggia a perseverare nella predicazione in quella città e lo rassicura sulla sua incolumità. La sua permanenza a Corinto, dunque, si prolunga per un anno e mezzo circa. Ma i Giudei, daje e daje, riescono, dopo questa pausa di apparente tranquillità, a trascinarlo in giudizio davanti al proconsole romano Gallione. Questi, sentiti i capi di accusa, anche se con un gesto meno plateale, agisce come Ponzio Pilato e, praticamente, se ne lava le mani. La questione è prettamente religiosa e lui, che probabilmente era a conoscenza del fatto che tanti pagani, e anche Giudei, aderivano a questa “nuova dottrina”, non vuole inimicarsi questa parte della popolazione, ma neanche pronunciarsi a favore di Paolo per non indispettire gli altri. Molto poco diplomaticamente, dunque, butta tutti fuori del tribunale con un semplice “a me nun me ne po’ f…. de meno”, perciò “vedetevela voi”(vv.15-16). La delusione dei Giudei fa accendere la rabbia contro il capo della sinagoga, Sòstene, che, probabilmente simpatizzante di Paolo, non aveva sostenuto con troppa convinzione le loro tesi accusatorie. E il pover’uomo viene malmenato davanti al tribunale nell’indifferenza del proconsole. Dopo questi fatti Paolo, in compagnia dei suoi colleghi e ospiti Aquila e Priscilla, si imbarca diretto in Siria.
Ma chi era il Sòstene di cui si parla? Ci sono diverse tesi: a) è un altro nome di Crispo cui abbiamo accennato ieri ? b) è il Sòstene a cui si fa cenno all’inizio della Prima lettera ai Corinti ? c) è il capo di un’altra sinagoga di Corinto? Tutte e tre queste tesi sono plausibili, ma nessuna certa al cento per cento. Queste incertezze su epoche, luoghi e personaggi derivano dal fatto che i libri del Nuovo Testamento, in particolare i Vangeli e gli Atti, non sono biografie di Gesù o “cronache” di ciò che avvenuto dopo la su Ascensione al cielo. Gli autori presentano solo delle catechesi su ciò che Gesù ha detto e fatto e Luca, negli Atti, per quanto “precisino”, non si sofferma sui particolari storici, biografici o geografici che non sono di particolare importanza. Ciò che conta, per loro, è la trasmissione della Parola. Per noi è fondamentale credere che quelle parole e quei fatti sono frutto dell’ispirazione dello Spirito Santo.
Preghiamo:
Signore, quante volte, anche noi, non riusciamo a comprendere il significato profondo della Tua Parola. E allora sorgono tante domande e, forse, anche dubbi. Insegnaci a saper cogliere il vero senso delle Scritture, a non fermarci sulle particolarità, ma ad aprire il cuore affinché la Tua voce, attraverso questi ispirati autori, giunga nel profondo della nostra anima e ci rinnovi interiormente. Amen
Con l’augurio che la Parola faccia, sempre più, breccia in noi, buona giornata
PG&PGR
N.B. Oggi ricorre la memoria di Santa Rita, la santa degli impossibili. Vi invitiamo ad unirvi in preghiera, con tutta l’Italia, questa sera alle ore 21:00, per la recita del Rosario trasmesso su TV2000, dal Santuario di Santa Rita, in Cascia. La preghiera ottiene quello che alla ragione umana sembra impossibile.