Carissimi tutti, vicini e lontani,
il brano di oggi (Atti 13,26-33), come vi sarete certamente accorti, fa immediatamente seguito a quello di ieri. Paolo continua il suo intervento nella sinagoga di Antiochia di Pisidia e, praticamente, tocca gli stessi argomenti del discorso di Pietro il giorno di Pentecoste. No, non è plagio! Probabilmente quella “catechesi” era usata come schema per l’annuncio della “buona novella” soprattutto in ambiente giudaico per arrivare sempre alle stesse conclusioni: la Parola del Vangelo, la predicazione del Regno di Dio, i segni compiuti da Gesù, la Sua morte e risurrezione fanno parte dell’unica Verità e attuano le promesse fatte ai Padri. Non c’è discontinuità tra l’Antica e la Nuova Alleanza (Antico e Nuovo Testamento) in quanto, insieme, costituiscono la “Storia della salvezza”. Una salvezza promessa ai “progenitori” nel giardino dell’Eden dopo la caduta che ha i suoi “primordi” nell’alleanza di Dio con Noè dopo il diluvio, che viene rinnovata con Abramo e gli altri Patriarchi e ha il suo culmine in quella del Sinai attraverso Mosè. Un’alleanza che da parte del popolo, spesso è tradita o “dimenticata” e che i Profeti, che il Signore suscita in mezzo a questo popolo dalla “dura cervice”, hanno richiamato più volte nell’arco dei secoli. L’aspettativa di un Messia liberatore, quasi un “capo-popolo” che avrebbe liberato Israele dall’oppressione dell’invasore della Terra Promessa (i romani), va “delusa” perché non era questa la missione di Gesù. La liberazione di cui Egli stesso parla non è una liberazione politica, ma spirituale: liberazione dal male che attanaglia il cuore dell’uomo e lo rende schiavo. La promessa si realizza, in modo assolutamente inaspettato, in quella lontana prima Pasqua cristiana. Ancora una volta la potenza di Dio sconfigge il male.
Paolo, sul finire del suo intervento, cita i testimoni di quei fatti (vv.30-31) riconoscendo il ruolo fondamentale di coloro che hanno seguito Gesù fin dal principio e di sé dice che è soltanto il portavoce di quello che anch’egli ha ricevuto. Cristiano autentico è colui che diventa, a sua volta, annunciatore della “Buona Novella”.
PREGHIAMO:
Signore, le promesse fatte all’antico popolo eletto, attraverso di Te, divengono realtà per il nuovo Israele, la Chiesa. Aiutaci a diventari, con la nostra fede e le nostre opere, annunciatori del Tuo Regno in ogni luogo e in ogni condizione. Fa’ di tutti coloro che, attraverso il Battesimo, hai chiamato per nome, dei fedeli annunciatori della novità di vita che tu hai inaugurato col dono dello Spirito. Amen.
A tutti l’augurio di essere oggi, in famiglia e in ogni altro luogo, degli annunciatori delle meraviglie di Dio. Buona giornata,
PG&PGR