Carissimi tutti, vicini e lontani,
leggendo il testo del Vangelo di oggi (Gv 8,31-42) ci si accorge subito quanto non sia così facile accettare pienamente la Parola del Signore.
Gesù sta parlando a quei giudei “che gli avevano creduto”(v. 31a, le lettere dopo il numero del versetto si usano quando questo può essere diviso in più parti: a per la prima, b per la seconda, ecc.) e ci si aspetterebbero, dunque, delle parole di assenso, forse anche di plauso da parte dell’uditorio. Invece Giovanni ci fa assistere, ancora una volta, ad una sorta di “scontro” verbale.
Cristo Gesù conosce bene il cuore dell’uomo, il nostro cuore, e vuole metterci in guardia dalla “facile” accettazione della sua Parola. Ci soffermeremo sulla seconda parte di questo primo versetto: «Se rimarrete fedeli alla mia Parola, sarete davvero miei discepoli »(v. 31b).
E’ una condizione essenziale quella che Gesù pone in questa affermazione-invito che inizia con un “se”; congiunzione ipotetica che nell’intero brano ritornerà quattro volte, e su questo “se” vogliamo richiamare brevemente la vostra attenzione.
Quante volte, anche noi, usiamo questa semplice sillaba per esprimere una condizione che riguarda le nostre e le altrui intenzioni “Se così fosse…”, “se fosse possibile…”, “se avessi…”, ecc. (magari poi, noi romani, ma puro l’artri, sbajamo er condizionale cor congiuntivo!). In fondo la nostra vita è costellata di tanti “se”.
Se… sarete…! In effetti voler essere discepoli di Gesù senza “se” e senza “ma” è veramente impegnativo e nei Vangeli, questo richiamo, ricorre spesso. Ricordate la parabola del seminatore? Tre su quattro evangeli la riportano quasi in modo identico (Mt 13,3-9; Mc 4,3-9; Lc8,5-8): la Parola è accolta, ma…rischia di non portare frutto. E le parole di Gesù: «Non chi dice Signore, Signore entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli», cosa ci suggeriscono? Non c’è niente da fare: se vogliamo essere suoi veri testimoni, credibili e senza ipocrisie, dobbiamo accogliere la Parola in tutta la sua completezza, senza farci degli sconti. Non possiamo essere cristiani del “fai da te”, di quelli che cercano il 3×2, rischiando di illuderci sul nostro essere veramente, fino in fondo, discepoli del Cristo.
Preghiamo:
O Dio, Padre misericordioso, liberaci dalla tentazione di accettare la Tua Parola solo quando non comporta troppo impegno, di cercare sempre delle giustificazioni, di sentirci “a posto”. Aiutaci a superare i tanti “se” e i tanti “ma” che ci impediscono, o quanto meno rallentano, la nostra accettazione della Tua volontà. Fa’ di noi, Padre buono, dei veri discepoli che sanno trasformare i tanti “se” della nostra vita di fede, in un unico convinto “Sì” sull’esempio di Colei che col suo assenso incondizionato ha permesso che il Tuo Figlio si facesse carne, in quel grembo verginale, per la salvezza dell’Uomo. Amen.
Un forte abbraccio a tutti, PG&PGR
———
Vogliamo esprimere tutta la vicinanza e l’affetto al Cardinal Vicario, Angelo De Donatis, che ha visitato la nostra comunità parrocchiale il 16 febbraio scorso; da lunedì sera è ricoverato al Policlinico Gemelli per essere risultato positivo al coronavirus:
CORAGGIO, DON ANGELO, CON TUTTA LA DIOCESI, CON TUTTA LA ROMA CRISTIANA, PREGHIAMO, IN QUESTO MOMENTO PER TE E, CON TE, PER TUTTI I SOFFERENTI E COLORO CHE LI ASSISTONO.