La cattedrale francese di Troyes, località a 150 km da Parigi, ha ospitato nel pomeriggio di Sabato 22 Settembre 2012 la cerimonia di Beatificazione di Louis Brisson, sacerdote fondatore degli Oblati e delle Oblate di San Francesco di Sales, scomparso ai primi del Novecento. A presiedere la celebrazione, Benedetto XVI ha inviato il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Louis Brisson, che ora si celebra il 12 ottobre, è stata ufficialmente dichiarato “beato” nella sua diocesi di origine, come è consuetudine dopo l’elezione di Papa Benedetto XVI. Il passo successivo, una possibile canonizzazione, che necessariamente portano a Roma.
Il Papa dopo l’Angelus di Domenica 23 Settembre 2012 ha voluto ricordare l’evento: “Mi unisco – ha affermato – con gioia al rendimento di grazie della comunità diocesana di Troyes e di tutti i figli e le figlie spirituali del nuovo Beato”. In francese ha anche aggiunto: “L’esempio del nuovo Beato illumini la vostra vita! Egli diceva: ‘Ho bisogno di Dio,è una fame che mi divora’. Come lui, imparate ad avere fame di Dio e ricorrere costantemente a Lui con fiducia”.
[di seguito intervista al cardinale Amato, fonte “http://it.radiovaticana.va”]
Le terre al di qua e al di là delle Alpi, in Francia e Italia, tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e i primi del Novecento sono fertili di santità. Tonache di preti che hanno a cuore la dignità delle masse di poveri percorrono campagne e città e si ingegnano nel creare strutture che allevino i bisogni delle famiglie di contadini e di operai. È ciò che sente di fare Louis Brisson, figlio di commercianti ma con nel cuore la seduzione per un altro tipo di ricchezza. Nel 1840, a 23 anni, è sacerdote, un anno prima di don Bosco e due anni prima della nascita di don Guanella. La loro vocazione è simile: innamorati di Cristo e con l’impellenza di portarne la carità fra i più miseri. Nominato cappellano al Monastero della Visitazione di Troyes, l’Abbé Brisson conosce da vicino la spiritualità di San Francesco di Sales. È questo per lui è decisivo, spiega il cardinale Angelo Amato, al microfono di Roberto Piermarini:
“Una prima caratteristica, quindi, è la familiarità con la figura e il pensiero di San Francesco di Sales. Una seconda caratteristica è il suo dinamismo apostolico, soprattutto nei confronti della gioventù. Fondò, ad esempio, diversi laboratori e ospizi per le giovani operaie, molto numerose a quel tempo nella città industriale di Troyes”.
L’Abbé Brisson non si ferma. Affida la direzione delle sue opere femminili a due ex-allieve della Visitazione, dando così inizio alle Oblate di San Francesco di Sales. E al Santo intitola anche la Congregazione maschile degli Oblati. Entrambe si sviluppano alla svelta, con scuole, pensionati, collegi, missioni ad gentes. Ma un’ombra si addensa sempre più minacciosa. Ai primi del Novecento la Francia vota la legge sulla separazione fra Chiesa e Stato. È l’inizio di una persecuzione fatta di espulsioni di sacerdoti e religiosi dai loro Istituti e di espropri a catena. Buona parte delle opere degli Oblati e delle Oblate vengono annientate. Ed è qui, spiega il cardinale Amato, che emergono le qualità della santità di padre Brisson:
“La fortezza e la perseveranza nel bene. In questi anni di afflizioni, rifulse la sua grande serenità di spirito e la sua sconfinata fiducia nella Divina Provvidenza. Morì piamente il 2 febbraio 1908, festa della Purificazione di Maria, a 91 anni. Lo stesso giorno furono messi all’asta la casa, i mobili e perfino il letto di canapa su cui era spirato. Ma non si poté distruggere la sua fama di santità, che, al contrario, fu sempre viva nel cuore e nella mente soprattutto dei suoi figli e figlie spirituali”.
Quarantacinque anni dopo la sua morte, nel 1953, in Ecuador un bambino di 8 anni è vittima di un incidente. Un trattore lo colpisce e gli fattura malamente un piede. La sentenza dei medici è impietosa: non riuscirà più a camminare normalmente. Sul posto c’è una comunità di Sorelle Oblate che conoscono la famiglia del bambino e con essa levano una novena di preghiere al loro fondatore, Padre Brisson. Tempo dopo il ragazzino guarisce senza terapia fisica o strumento ortopedico e così bene che più tardi riesce ad arruolarsi nell’Aeronautica americana. La guarigione inaspettata e definitiva fa subito gridare al miracolo, che come tale verrà riconosciuto.