Carissimi,
“Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare” recita un vecchio proverbio e Francesco di Sales sembra essere proprio d’accordo. Infatti dice che ci sono tante persone che, essendo cristiane, dicono di voler offrire a Dio tutto ciò che hanno. Ma, aggiunge, “è altrettanto vero che esse vogliono riservarsi la disponibilità dei loro beni, e benché siano decise a vivere nell’osservanza dei comandamenti di Dio, vogliono tuttavia conservare la volontà di fare un mucchio di piccole cose che non sono contro la carità, ma l’intralciano”.
Ci sembra abbastanza chiara l’allusione all’episodio evangelico del “giovane ricco” che, pur nell’osservanza scrupolosa dei Comandamenti, aveva messo da parte il comandamento dell’amore del prossimo. Non dobbiamo dimenticare che questa è una Esortazione pronunciata in occasione della vestizione di quattro suore della Visitazione e il santo vescovo tesse, per così dire, un elogio della scelta della vita consacrata: “Dio è geloso del nostro amore, e per questo lancia le sue aspirazioni ad alcune anime che separa dalle altre, che con un deciso proposito gli consacrano e dedicano il loro cuore con tutti i suoi affetti…”. Siamo perfettamente d’accordo con quello che egli dice, e come potremmo non esserlo visto che anche noi abbiamo abbracciato quella vita. Ma potremmo allargare questo “elogio” anche a chi ha scelto di vivere il suo amore per Dio attraverso la via del matrimonio. Quando gli sposi esprimono il loro consenso dicono l’uno all’altra: io accolgo te…prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita; non è forse questa una sorta di consacrazione dell’uno verso l’altro? E visto, che il matrimonio è sacramento, cioè segno dell’Amore di Dio, quelle parole chiamano il Signore ad esserne autore, testimone e, in un certo qual modo, destinatario. Al matrimonio, generalmente, si arriva dopo il periodo del fidanzamento, più o meno lungo; allo stesso modo si arriva a consacrarsi a Dio per tutta la vita (Professione Perpetua) dopo alcuni anni di professione annuale o temporanea. E come nella vita religiosa si pronunciano i voti di povertà, castità e obbedienza verso Dio attraverso i Superiori, così gli sposi si impegnano ad avere una attenzione particolare ai poveri (benedizione degli sposi), ad essere fedeli e attenti alle esigenze dell’uno e dell’altra per il bene della famiglia che nasce in quel momento. Non bisogna poi dimenticare che ogni vita, al di là delle scelte che si faranno, è segnata dal sacramento del Battesimo, attraverso il quale tutti veniamo “consacrati” a Dio.
Ieri abbiamo celebrato il Battesimo di Gesù; preghiamo con le parole della liturgia:
Dio onnipotente ed eterno, che dopo il battesimo nel fiume Giordano proclamasti il Cristo tuo amato figlio mentre scendeva su di lui lo Spirito Santo, concedi a noi tuoi figli di adozione, rinati dall’acqua e dallo Spirito, di vivere sempre nel tuo amore. Amen
Oggi potremmo trovare un angolino nel nostro cuore e nella nostra mente per ripensare a come viviamo, preti, religiosi e laici, la nostra consacrazione a Dio mediante il nostro Battesimo.
Buona giornata,
PG&PGR