23 Dicembre 2024: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

qualcuno, forse, si sarà chiesto che fine hanno fatto Giacomo e Giovanni visto che da qualche giorno Francesco sembra aver corretto il tiro? Ma ecco che oggi li chiama nuovamente in causa. Che voglia “far pace” con loro visto che siamo all’antivigilia di Natale? No, vuole soltanto portare a termine il suo pensiero. Quando Gesù chiede loro se possono “bere il suo stesso calice”, prontamente rispondono di sì, che possono, ma presumibilmente non avevano ben compreso cosa questo significasse e cioè rinunciare alla dignità che viene dal mondo per “partecipare alla passione, sopportare pene e sofferenze”. Ma non giudichiamo troppo severamente i due fratelli perché anche noi possiamo essere infiammati da buoni sentimenti: “Abbiamo l’impressione di poter fare meraviglie; ma al più piccolo ostacolo inciampiamo e sbattiamo in naso per terra. Se ci toccano la punta del dito o la punta del piede, subito ci tiriamo indietro; se ci dicono una parolina che non ci garbi, ci offendiamo”. Quante volte, infatti, i nostri “sogni di gloria” si infrangono quando si scontrano con la dura realtà dei fatti e, “come fecero i saldati di Efraim, giriamo le spalle e manchiamo di coraggio e di fedelta (Cfr. Sal 78,9)”. La stessa cosa fece san Pietro, ci ricorda il de Sales: aveva giurato di non abbandonare il Maestro e di essere pronto a dare la vita per lui “ma poi davanti a una servetta lo rinnegò per tre volte”. Dobbiamo dunque essere attenti a noi stessi e alle nostre ostentate capacità e “dobbiamo più che mai sprofondarci nell’umiltà, diffidare di noi ed avere fiducia in Dio, gettandoci tra le sue braccia, ammettendo che non abbiamo alcun potere per attuare le nostre decisioni e i nostri buoni desideri…ma in lui e con la sua grazia, tutte le cose saranno possibili” (Cfr. Fil 4,18). Bisogna dunque avere quell’umiltà che tanti santi e anche i pagani hanno avuto: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito» (Mt 8,8), disse quel centurione romano chiedendo la guarigione del suo servo. Quando si vuole realizzare un’opera, prosegue Francesco, sarebbe una pazzia non pensare alla spesa da affrontare: “Noi, che vogliamo acquistare il Cielo e costruire la grande opera, cioè l’edificio della perfezione, siamo dei pazzi quando non calcoliamo se abbiamo di che pagare e quanto dobbiamo pagare per averlo; se non facciamo quel calcolo, rimaniamo per strada”. Non ci resterà che fare l’auto-stop nella speranza che qualcuno si fermi. Magari Giovanni o Giacomo visto che ora hanno la “patente”.

Preghiamo

Dio onnipotente ed eterno, contemplando ormai vicina la nascita del tuo Figlio, rivolgiamo a te la nostra preghiera: ci soccorra nella nostra indegnità il Verbo che si è fatto uomo nascendo dalla Vergine Maria e si è degnato di abitare in mezzo a noi: Amen

E se oggi dovessimo restare per strada, non abbiamo timore, Qualcuno ci darà un passaggio. Buona giornata,

PG&PGR