Carissimi,
oggi Francesco di Sales inizia a parlarci dell’orazione mentale e, per dimostrare che “nell’anima ci sono quattro piani”, tanto per non smentirsi, prende il discorso un po’ alla larga, e porta, come esempio, i quattro piani del Tempio di Salomone. Per poter dare a tutti, anche ai non ebrei, la possibilità di pregare, il primo piano era destinato ai “gentili”; il secondo piano era per gli ebrei, “uomini e donne, benché in seguito venisse operata una separazione per evitare gli scandali che potevano derivare da quella promiscuità”.
Alcuni di voi forse ricorderanno che fino agli inizi degli anni ’60 del secolo scorso, anche nelle nostre chiese c’era questa divisione: gli uomini da una parte e le donne dall’altra: Grazie a Dio non è più così! Il piano successivo era riservato ai sacerdoti: senz’altro ricorderete anche la balaustra che divideva la parte dei fedeli da quella riservata ai sacerdoti e agli “addetti” al servizio dell’altare. Infine, prosegue Francesco, c’era “il piano destinato ai Cherubini e ai loro Maestri, dov’era posta l’Arca dell’Alleanza e dove Dio manifestava la sua volontà, e quel luogo si chiamava ‘Sancta Sanctorum’ (le cose sante tra le sante). Ancora oggi, i luoghi privilegiati delle chiese sono l’altare, dove si celebra l’Eucarestia, e il Tabernacolo dove si conserva il Santissimo Sacramento. Sì, ma cosa c’entra tutto questo con l’orazione mentale? Pazienza; dovremmo ormai essere abituati allo stile di Francesco che, difficilmente, per esprimere un concetto, percorre la via più breve. Dunque, andiamo avanti! “Nelle nostre anime –spiega– c’è un primo piano, che è una certa conoscenza che abbiamo attraverso i nostri sensi”. Anche i Gentili, che al Tempio erano ammessi solo al piano inferiore, avevano un loro senso religioso. Al secondo piano c’è “la conoscenza che raggiungiamo per mezzo della riflessione”, e questa è accessibile a tutti i credenti, uomini e donne; “Il terzo piano è la conoscenza che raggiungiamo per mezzo della fede” che dovrebbe trovare la sua espressione visibile nel sacerdote (badate bene che abbiamo usato il condizionale, ndr.); “il quarto è il Sancta Sanctorum, ossia la vetta sottilissima della nostra anima” che, pur essendo “sottile” è resa solida dallo Spirito di Dio e non si lascia turbare dai timori di vario genere. Ma di questo il nostro Amico ci parlerà domani.
Preghiamo con le parole della Liturgia che oggi ricorda san Giovanni Damasceno, dottore della Chiesa, che fu uno dei primi teologi cristiani a confrontarsi con l’Islam
Concedi a noi, o Signore, di essere sostenuti dalla preghiera del santo sacerdote Giovanni Damasceno, perché la vera fede che egli ha mirabilmente insegnato, sia sempre nostra luce e nostra forza. Amen
Quattro piani…e senza ascensore… Ma anche oggi il Signore ci darà il fiato necessario per salirli. Buona giornata,
PG&PGR