Carissimi,
siamo giunti all’ultima sezione di questa Esortazione e Francesco vuole sottolineare che “benché le preghiere fatte volontariamente siano molto buone, quelle raccomandate sono migliori perché vi è presente la santa virtù della docilità”. Se questo è valido per i “consacrati” può esserlo per tutti fatte le dovute proporzioni. La Chiesa è Madre di tutti e, come una madre è felice se i figli si comportano bene per la loro indole; ma lo è anche di più quando i figli le obbediscono anche se non gli viene imposto. Per questo aggiunge: “Le preghiere comandate hanno tutt’altro valore, per l’obbedienza che vi è unita; e, senza dubbio, vi è presente anche la carità”. Come vedete, in ultima analisi, la carità è sempre presente. Forse non tutti sanno che il nostro Beato Fondatore, Padre Luigi Brisson, avrebbe voluto che gli Oblati facessero soltanto il voto di carità che, evidentemente, comprende anche quelli “canonici”…, ma questo non trovò accoglienza nelle “alte sfere”. Procedendo nel suo discorso il de Sales fa un’altra distinzione: “Tra queste preghiere, alcune sono comuni, altre invece speciali”. Quelle comuni a tutti, spiega, “sono la Messa e quelle che si fanno in tempo di calamità” (forse il nostro è uno di questi tempi!). Ma ci sono anche quelle speciali, o meglio, particolari e sono quelle nelle quali “noi parliamo a Dio delle nostre cose, o se anche preghiamo per la Chiesa, lo facciamo per carità; mentre nelle preghiere comuni noi preghiamo per tutti in generale”. E quanto bene può fare la preghiera ben fatta anche a chi non crede o è scettico. Sant’Agostino, nelle “Confessioni”, racconta che quando era ancora pagano, entrando in una chiesa dove si cantava l’Ufficio Divino a cori alternati, seguendo l’insegnamento di sant’Ambrogio, rimase così colpito ed estasiato che credeva di essere in Paradiso e sentir cantare gli angeli. Questo, molto probabilmente, influì in modo importante nella sua conversione. Ma, prosegue e conclude il Nostro, quando noi preghiamo da soli oppure nella nostra comunità religiosa o parrocchiale, non dobbiamo aspettarci visioni angeliche; la fede e l’amore di Dio non si misurano in questo modo e ci fa partecipi di una sua riflessione: “San Pietro, san Giacomo e san Giovanni, dopo aver visto Nostro Signore nella Trasfigurazione, lo abbandonarono ugualmente durante la sua passione e morte”. Beh, facciamo tesoro di questa riflessione del Salesio per farne una anche noi.
Preghiamo
Padre buono, quando preghiamo, in solitudine o nella comunità, sìì Tu la nostra guida e insegnaci a farlo con la disposizione d’animo di chi sa che è suo Padre ad ascoltarlo. Amen
Nella nostra preghiera di oggi e domani, lasciamoci guidare dallo Spirito Santo. Buona giornata e buona domenica,
PG&PGR
P.S. Vogliamo aggiungere le parole che seguono e che i nostri gruppi di giovani hanno affisso sulla parete delle loro sedi:
Non dire: PADRE se ogni giorno non ti comporti da figlio.
Non dire: NOSTRO se vivi soltanto del tuo egoismo.
Non dire: CHE SEI NEI CIELI se pensi solo alle cose terrene.
Non dire: VENGA IL TUO REGNO se lo confondi con il successo materiale
Non dire: SIA FATTA LA TUA VOLONTA’ se non l’accetti anche quando è dolorosa.
Non dire: DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO se non ti preoccupi della gente che ha fame.
Non dire: PERDONA I NOSTRI DEBITI se non sei disposto a perdonare gli altri.
Non dire: NON CI INDURRE IN TENTAZIONE se continui a vivere nell’ambiguità
Non dire: LIBERACI DAL MALE se non ti opponi alle opere malvagie.
Non dire: AMEN se non prendi sul serio le parole del PADRE NOSTRO.