Carissimi,
uno dei termini più ricorrenti negli scritti di san Francesco di Sales è “umiltà” e questo non poteva certo mancare in una Esortazione per il Venerdì Santo. Proseguendo nel suo discorso, dopo aver detto che la morte in croce è stato un forte segno dell’amore del Cristo per l’uomo, aggiunge: “L’altra ragione per la quale il Nostro Signore e Maestro ha scelto la morte di croce è per insegnarci l’esercizio dell’umiltà”.
L’orgoglio farisaico dell’uomo che si credeva giusto davanti a Dio, andava ridimensionato. “Adamo – continua Francesco – voleva rendersi simile a Dio, pretendendo di viverne la vita, fidando nella promessa del nemico, allorché calpestò il comando della divina Maestà”. Gesù, nella sia infinita misericordia, ha rovesciato la presunzione di Adamo scegliendo di morire “della morte degli uomini per farci vivere della vita di Dio”. San Paolo dirà: Pur essendo Figlio di Dio, si è svuotato di se stesso (Cfr. Fil 2,7-8). Cristo svuota se stesso, non considera “un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio”. Per contro, l’uomo si vuole riempire di Dio, ma non della sua bontà, non della sua misericordia, non del suo amore, ma della sua onnipotenza. “Sarete come Dio” (Cfr. Gen 3,5), promette il serpente ingannatore. E questa ricerca di onnipotenza, da parte dell’uomo, non è mai venuta meno. Prosegue il Salesio: “Quanto è da ammirare che il Verbo si annienti e si privi della sua gloria per creature che corrispondono così poco al suo amore”. Questa affermazione dovrebbe interrogarci: quanto è valida per me? Quanto, effettivamente, corrispondo al suo amore? E in che modo? In quale misura? “Cristo si è fatto obbediente fino alla morte e alla morte di croce”, afferma san Paolo (Fil 2,8) e dunque umiltà, obbedienza, sofferenza e…morte, fanno parte di un unico mistero: quello di Gesù che noi, nella nostra esistenza terrena siamo chiamati ad imitare accettando la sofferenza, le afflizioni, le contraddizioni e le abiezioni. E può anche darsi che non sia gran che, dato che la nostra miseria è così grande che non ha altro da offrire di suo”.
Preghiamo con le parole di san Francesco di Assisi davanti al crocifisso di san Damiano
O alto e glorioso Dio, illumina le tenebre del cuore mio. Dammi una fede retta, speranza certa, carità perfetta e umiltà profonda. Dammi Signore senno e discernimento per compiere la tua vera e santa volontà. Amen
Certamente avremo in casa un crocifisso: fermiamoci un istante davanti a quella icona della nostra salvezza per chiedere, anche oggi, il suo aiuto. Buona giornata,
PG&PGR