Carissimi,
se è vero, come è vero, che Dio ci ha creati liberi e ci ha concesso il libero arbitrio, proprio in forza di questa libertà, dice il Salesio, possiamo “sacrificarlo”. Non è certamente una cosa facile rinunciare ad un dono così grande tanto che, anche il grande patriarca Abramo “rumina e rigira per più di tre giorni nella sua anima l’amaro pensiero e la decisione di quel duro sacrificio”.
Ci invita, dunque, a considerare il dialogo tra padre e figlio, pieno di amore e di fiducia: il padre, pieno di angoscia, sa ciò che sta per fare; il figlio, nella sua innocenza, si fida del padre. Abramo, seppur con la morte nel cuore, decide: è pronto a rinunciare a quel figlio tanto amato ed atteso. E noi, chiede Francesco, rivolgendosi al Signore Gesù: “quando sarà che, dopo averti sacrificato tutto ciò che abbiamo, ti immoliamo anche tutto ciò che siamo? Quando ti offriremo in olocausto il nostro libero arbitrio?”. Ma come è possibile, ci chiediamo, rinunciare alla nostra libertà, alla possibilità di scegliere che cosa sia meglio per noi? Questa è la grande tentazione dell’uomo ed è ciò su cui il nemico delle nostre anime, sotto le mentite spoglie del “liberatore”, fa leva. L’uomo non si accorge, prosegue il Nostro, che “il nostro libero arbitrio non è mai così libero quando è schiavo della volontà di Dio, come non è mai così schiavo come quando serve la nostra volontà: non ha mai tanta vita come quando muore per se stesso, e non ha mai tanta morte quando vive per sé. Noi abbiamo la libertà di fare il bene e il male; ma scegliere il male non è usare, ma abusare di tale libertà”. I nostri “progenitori” erano completamente liberi nel giardino dell’Eden con una sola restrizione (Cfr, Gen 2,16-17) ma, ammaliati dalla possibilità di “diventare come Dio”, hanno abusato della loro libertà. Avviandosi a concludere il capitolo, l’Autore ci suggerisce: “Se mai la nostra anima volesse servirsi della libertà contro la nostra scelta di servire Dio eternamente e senza riserve, allora sacrifichiamo questo libero arbitrio per Dio e facciamolo morire per sé perché viva in Dio”. Ed ora facciamoci una “semplice” domanda: qual è la causa della degenerazione della nostra società, di tanti mali, dell’inarrestabile degrado del nostro pianeta se non l’abuso della libertà, una ingannevole libertà? Quella che Dio ci propone è una libertà autentica: una libertà che si trasforma in amore e un amore che diventa libertà “ma una libertà di infinita dolcezza”.
Preghiamo
Aiutaci Signore a scrollarci di dosso tutto ciò che ci allontana da Te, i nostri schemi, i nostri egoismi, le nostre ingannevoli sicurezze e dacci la gioia di sentirci liberi di amare Te sopra ogni cosa. Amen
Viviamo questa giornata nella libertà vera, quella che viene da Dio e che a Lui, un giorno, ci farà tornare. Buona giornata e buona domenica,
PG&PGR