Carissimi,
il Signore Gesù, inviando “in missione” i suoi discepoli, diede loro il potere di guarire i malati e scacciare i demoni (Cfr. Mt 10,1) e, dopo di loro, molti altri santi hanno avuto questi doni dal Signore. Molti di più, però, non hanno fatto nulla di speciale o straordinario se non vivere la propria vita in umiltà, alcune volte nel nascondimento, fuggendo la gloria e gli onori del mondo. Lo stesso Francesco di Sales, al quale era stata offerta dal re Enrico IV la prestigiosa diocesi di Parigi, preferì restare nella sua piccola Diocesi rispondendo: «Sono già sposato con una povera e piccola moglie», con tutti i problemi connessi alla massiccia presenza dei calvinisti. Fin dal secolo XII la Chiesa ha riconosciuto canonicamente la santità di alcuni laici (il primo fu sant’Omobono, n.d.r.), ma negli ultimi cinquanta anni il riconoscimento della santità di tanti laici che hanno testimoniato, con la semplicità della loro vita, la fede in Dio, è stato molto più ampio. Francesco, continuando nella sua riflessione, ci invita a guardare a “quel santo che dà un bicchiere d’acqua per amor di Dio al povero pellegrino assetato: fa poco, almeno sembra; ma l’intenzione, la dolcezza, l’amore con cui anima la sua azione è così eccellente che muta quella semplice acqua in acqua di vita e di vita eterna” (Cfr. Mt 10,42). E’ vero che, come dicevano gli antichi, “un bicchiere d’acqua non si nega a nessuno”, ma l’importante è con quale spirito si compie questa opera di misericordia. A tale proposito: avete mai notato che le opere di misericordia, tanto quelle spirituali quanto quelle corporali, non richiedono particolare abnegazione o impegno in chi le compie, se non quella di farle col cuore? Il de Sales, per non smentirsi, ci porta l’esempio delle api che “fanno bottino” di nettare da tanti fiori appariscenti come le rose e i gigli, ma fanno altrettanto con i piccoli fiori del rosmarino e del timo, anzi, dice: “non soltanto vi raccolgono più miele, ma anche di migliore qualità” essendo più concentrato. Così, negli umili e piccoli esercizi di devozione la carità si pratica con maggiore frequenza e “con più umiltà e, di conseguenza, più utilmente e santamente”. Usare carità con tutti, anche con chi ha modi poco civili, vincere le nostre passioni, ammettere le proprie debolezze, essere pazienti, soprattutto con se stessi, conclude Francesco, “è più fruttuoso per le nostre anime di quanto potremmo pensare, purché sia assistito dalla celeste dilezione”. E tutto questo, se ricordate bene, ce lo aveva già detto nella “Filotea”.
Preghiamo
Signore rendici attenti alla tua Parola che sempre ci invita alla semplicità, al sentirci piccoli, all’essere accoglienti con tutti, ad amare tutti e rendici forti e saggi di fronte alle difficoltà della vita. Amen
Cosa faremo oggi dopo aver letto queste righe? Ad ognuno di noi rispondere… Buona giornata,
PG&PGR