30 Maggio 2024: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

nella seconda considerazione sulla tristezza il nostro amico Francesco dice che può provenire “dalla condizione naturale, allorché in noi domina l’umore malinconico” riferendosi a quelle persone che, per loro natura, non riescono ad essere gioiosi e sono sempre “lagnosi”. Questo di per sé non è un male, ma “il nostro nemico se ne serve molto per ordire e tramare mille tentazioni nelle nostre anime”.

Sembra che imiti i ragni che tessono le loro ragnatele solo se il tempo è uggioso e il cielo nuvoloso (cosa da verificare!). “Così lo spirito maligno non trova mai tanta felicità per tendere la rete dei suoi inganni negli spiriti dolci, benigni e allegri, quanto in quelli musoni, tristi e malinconici; infatti li agita facilmente con dispiaceri, sospetti, odi, mormorazioni, censure, invidie, pigrizie e intorpidimento spirituale”. Se ce lo permetti, Francesco, vorremmo però aggiungere che anche negli animi troppo allegri, sempre spensierati e, magari, un po’ libertini, lo spirito del male trova facile preda…Passando alla terza considerazione dice che “c’è una tristezza che ci viene portata dalla varietà delle situazioni umane”. Accenna alla tristezza, giustificata, di alcuni personaggi biblici: Tobi, per essere divenuto cieco, Giacobbe per la presunta morte del figlio Giuseppe, Davide per quella di Assalonne. Probabilmente ognuno di noi ha fatto l’esperienza della tristezza per la malattia e la perdita di una persona cara e questa “è comune ai buoni e ai cattivi: ma nei buoni è moderata dall’accettazione della volontà di Dio”: Tobi ringrazia Dio per la sua cecità, Giobbe nella sua sofferenza benedice Dio, Daniele cambiò in “cantico” i suoi tormenti. Viceversa, prosegue il Salesio, “nei mondani questa tristezza che è loro ordinaria, dà luogo a rammarichi, disperazioni ed abbattimenti di spirito, poiché somigliano alle scimmie ed alle marmotte, che a luna calante sono sempre cupe, malinconiche e fastidiose, mentre invece a luna crescente saltano, ballano e fanno le loro smorfie. Il mondano è stizzoso, sgarbato, amaro e malinconico quando gli vengono a mancare le prosperità terrene, mentre quando abbondano si fa quasi sempre presuntuoso, imbaldanzito e insolente”. Senza dubbio vi sarà capitato di incontrare qualche persona eternamente scontenta di tutti e di tutto, scostante, lagnosa, “pien d’lasme sté” come dicono i nostri amici piemontesi o, lasseme sta’ che ciò la luna, per noi i romani. E qualche volta, forse, lo siamo stati anche noi….

Preghiamo

Signore liberaci da tutti quei comportamenti che ci fanno essere antipatici, poco accoglienti, scontrosi. Facci il dono della serenità che coinvolge, trascina e trasmette il tuo amore di Padre. Amen

E se oggi ci capitasse di incontrare qualche persona non troppo piacevole…beh, preghiamo per lui/lei. Buona giornata,

PG&PGR