28 Maggio 2024: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

in che cosa poniamo le nostre speranze? Ognuno di noi può dare in cuor suo la propria risposta, ma Francesco ce ne propone una particolare: “Poni le tue speranze nelle cose eterne e durature: Posso così combattere il desiderio delle ricchezze e delle voluttà di questa vita, o con il disprezzo che meritano o con il desiderio di quelle immortali; in tal modo l’amore sensuale e terreno sarà annientato dall’amore celeste”.

Con tali parole il de Sales non vuole certamente intendere che tutto ciò che è terreno sia da disprezzare in quanto anche in esso c’è “il dito di Dio”. Basti pensare all’amore per la famiglia, per la propria comunità, per gli amici, ecc. Tutte cose che possono senz’altro essere in sintonia con l’amore per le cose di Dio purché vengano considerate come suoi doni. Continua: “Così dunque il divino amore soppianta e sottomette gli affetti e le passioni distogliendoli dal fine cui li vuole condurre l’amor proprio, indicando loro il proprio fine spirituale”. Ogni nostra azione e ogni sentimento deve “fare i conti” con l’amore di Dio e ne trarranno certamente vantaggio se saranno orientati a questo. Prosegue: L’amore sacro, toccando le nostre passioni, toglie loro il fine terreno e ne dà loro uno celeste”. E per spiegarsi più chiaramente ci offre un esempio dicendo che anche l’atto, molto umano, del mangiare può diventare spirituale se, prima di compierlo, ci si ferma un momento a ringraziare la divina provvidenza e a considerare che il corpo, che va nutrito in giusta misura, è un dono di Dio. Similmente lo sono i nostri rapporti col prossimo ed in modo particolare i legami di amicizia. Tutto ciò che facciamo e diciamo, se trova la sua origine nel vero amore, può diventare una lode a Dio. Ricordate qual è il titolo di questo capitolo? Vi rinfreschiamo comunque la memoria: “Il divino amore impiega tutte le passioni e gli affetti dell’anima e li riduce alla propria obbedienza”. E ci sembra che Francesco lo abbia ampiamente dimostrato. Il capitolo termina con questa invocazione che sa di “chimica e fisica” spirituale: “O santa e sacra alchimia! O polvere divina della fusione, con la quale tutti i metalli delle nostre passioni, affetti e azioni, vengono mutati nell’oro purissimo della dilezione”.

Preghiamo

Signore, ispiraci sempre propositi buoni e santi e fa’ che tutto il nostro agire, anche nelle azioni più semplici e umili, sia sempre più orientato a compiere la tua volontà: Amen

Ed oggi proviamo anche noi ad essere “alchimisti” per trasformare il nostro operare in oro…spirituale. Buona giornata,

PG&PGR