Carissimi,
il nostro caro Autore è sempre ricco di esempi (vene sarete certamente accorti!) e, anche in questo caso, non si smentisce offrendoci, ancora una volta, l’esempio di Gionata, figlio di Saul e amico fraterno di Davide che, “andando all’assalto dei Filistei, nelle tenebre della notte, volle avere con sé il proprio scudiero e quelli che non uccideva lui li uccideva il suo scudiero”.
L’analogia ci sembra chiara: Gionata è figura di chi vuole impegnarsi a vivere nell’amore di Dio; i nemici Filistei rappresentano il male e lo scudiero è il timore servile. Spiega Francesco: “Così l’amore, quando vuol compiere qualche impresa ardita, non si serve soltanto della propria ragione, ma anche delle ragioni del timore servile e mercenario; e le tentazioni che non riesce a sconfiggere l’amore, le abbatte il timore di essere dannati”. Ma, con licenza del de Sales, vorremmo sottolineare che il timore della dannazione non deve essere, nella vita di fede, il motivo primario dell’amore verso Dio e il prossimo. Guai a noi se fosse così! Tutto dipende dall’importanza che noi diamo, nella nostra vita, alle “cose di Dio”. Continua il Nostro: “Se mi attacca la tentazione d’orgoglio, avarizia, o di qualche altro piacere voluttuoso, dirò: ma è proprio possibile che le delle cose così vane il mio cuore voglia abbandonare la grazia del suo Diletto?” A questo proposito ci viene in mente la figura del longevo sant’Antonio Abate (251-356 d.C.), considerato il padre del monachesimo: dopo aver distribuito tutti i suoi beni ai poveri ed essersi ritirato sulle rive del mar Rosso, condusse una vita interamente dedicata alla preghiera. E proprio questo amore per Dio fu causa delle continue tentazioni del demonio tanto che, un giorno, gli si presentò sotto le spoglie di una bellissima donna che si “offriva” a lui spudoratamente. Ma, come è ben risaputo, il diavolo fa le pentole e non i coperchi: in quella avvenente figura femminile aveva “dimenticato” di coprire le corna e i piedi di porco, particolari che non sfuggono ad Antonio che la respinse con decisione. Tante volte, anche se in modo non così eclatante, anche noi possiamo essere tentati da varie lusinghe del demonio. Cosa dobbiamo fare? Ricorrendo ancora all’esempio di Gionata, il Salesio suggerisce: “Nelle estreme necessità si ricorre a tutto; come fece lo stesso Gionata quando, per superare quelle asperità rocciose che c’erano tra lui e i Filistei, non si servì soltanto dei piedi, ma saliva e si arrampicava anche con le mani, come poteva”Cfr. 1Sam 14,13).
Ci affidiamo all’intercessione dell’apostolo san Mattia, colui che prese il posto di Giuda e del quale oggi ricorre la festa:
O Dio, che hai voluto aggregare san Mattia al collegio degli Apostoli, per sua intercessione concedi a noi, che abbiamo ricevuto in sorte la tua amicizia, di essere contati nel numero degli eletti. Amen
E allora, oggi, calzati gli scarponi e impugnata la piccozza, arrampichiamoci… Buona scalata e buona giornata,
PG&PGR