13 Maggio 2024: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

è strano, ma a volte sembra che il nostro Francesco faccia delle affermazioni per poi modificarle subito dopo. Infatti, nell’incontro precedente ci aveva detto che “l’ago guida del ricamo”, che rappresenta il timore servile, non viene lasciato sul “tamburello”, ma viene ritirato per lasciare posto alle virtù messe nell’anima. In questo nuovo capitolo, il diciassettesimo, ci dice “In che modo il timore servile convive con l’amore sacro”. Beh, più che una modifica, a noi sembra essere un modo per attirare maggiormente la nostra attenzione e renderci più consapevoli di come il Signore agisca in noi. Ecco cosa dice: “Tuttavia, sebbene la signora di cui abbiamo parlato non intenda lasciare l’ago nel lavoro quando lo ha finito, finché però vi resti qualche cosa da fare, se è costretta ad allontanarsene per qualche altra circostanza, lascerà l’ago appuntato nel garofano, nella rosa o nella viola che sta ricamando, per trovarlo poi più comodamente quando ritornerà a continuare l’opera”. A tutti noi sarà capitato di mettere mano ad un lavoro e doverlo sospendere per qualche motivo lasciando l’utensile idoneo a portata di mano per poterlo poi utilizzare alla ripresa di quel lavoro. “Ugualmente, Timoteo, -prosegue il Nostro-, mentre la provvidenza divina lavora al ricamo delle virtù e all’opera del suo santo amore nelle nostre anime, vi lascia sempre il timore (ormai sappiamo come dobbiamo intendere questo termine), servile e mercenario fino a che la carità diventi perfetta e tolga quell’ago pungente e lo rimetta, per così dire, nel suo gomitolo”. Sappiamo bene che in questa vita la nostra carità, cioè il nostro amore per Dio, non sarà mai perfetta ed esente dal male. Abbiamo, perciò, bisogno di questo “timore” e il Salmo 2,11-12 ce ne dà la conferma: “Servite Dio con timore e con tremore, esultate, che non si sdegni e voi perdiate la via”. Ciò che, però, non dobbiamo mai perdere di vista è la misericordia di Dio che accompagna e guida sempre la nostra vita. E anche quando ci “cacciamo in qualche guaio” Lui è sempre lì, pronto a tenderci la mano e a risollevarci. Francesco torna, poi, a citare Eleazaro, il servo di Abramo incaricato di trovare una sposa per Isacco: la bella e saggia Rachele, che fino a quel momento aveva seguito il servo, una volta incontrato il futuro sposo, lascia il servo per seguire il giovane padrone. Ma, sottolinea l’Autore, come Eleazaro rimase al servizio di Isacco e Rachele, così “il timore, dopo che ci ha condotto al santo amore, rimane con noi per servire, all’occorrenza, sia l’amore che l’anima innamorata”. E dato che, come dicevamo prima, corriamo sempre il rischio di qualche “scivolone”, “l’amore impiega il timore nel combattimento e se ne serve per ricacciare il nemico”.

Oggi ricorre la memoria della Beata Vergine Maria di Fatima. Preghiamo

O Dio, tu hai voluto che Maria, madre del tuo Figlio, fosse anche nostra Madre; fa’ che, perseverando nella penitenza e nella preghiera per la salvezza del mondo, ci adoperiamo con tutte le forze per la crescita del regno di Cristo. Amen

Un vecchio canto liturgico diceva: “…Temiamo ed amiamo il Dio vivente e amiamoci tra noi con cuore sincero…”. Facciamolo, oggi e sempre. Buona giornata,

PG&PGR