12 Marzo 2024: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

riprendiamo il discorso interrotto ieri. Francesco torna alla botanica dicendo che se si regala un albero a qualcuno, con esso si regalano anche i fiori e i frutti che già vi si trovano, o che vi si troveranno, sui suoi rami. Commenta: “Il giusto è piantato nella casa di Dio, le sue foglie, i suoi fiori e i suoi frutti vi crescono e sono dedicati al servizio di sua Maestà” (Cfr.Sal 1,3-4).

Certamente i fiori e i frutti di un albero sono importanti, ma lo sono anche le foglie e, nella similitudine, esse rappresentano le virtù morali e naturali che hanno origine dalla stessa radice. L’improvvisato “botanico” de Sales sostiene, inoltre, che se si innesta una pianta di rose e nello spacco del tronco si mette del muschio, le rose prodotte saranno vellutate. Non sappiamo quanto questo sia attendibile, ma lo è senz’altro ciò che segue: “Spacca dunque il tuo cuore con la santa penitenza e metti l’amore di Dio nella spaccatura; poi innestaci la virtù che vuoi, e le opere che ne verranno saranno tutte profumate di santità, senza che ci sia bisogno di altra intenzione a tale scopo”. E’ un invito palese a lasciare che l’amore di Dio penetri nel nostro cuore, ci trasformi, ci plasmi…e porterà i suoi frutti. Ma c’è sempre di mezzo la tentazione e una delle più frequenti e pericolose è quella di valutare ciò che viene detto o fatto da qualcuno, senza cercare di capire cosa ha nel cuore, limitandoci ad accettarlo o meno a seconda del nostro “insindacabile” giudizio, purché pensi o agisca come noi. Ma Dio non agisce in questo modo perché legge nel cuore dell’uomo e “favorisce tanto i propri amanti da gradire anche le loro azioni più piccole, per poca che sia la bontà che c’è in esse, e le nobilita moltissimo dando loro il titolo e la qualità di sante”. Dio vuole onorare tutti i suoi figli di adozione “santificando quanto di buono c’è in essi”. Afferma ancora il Nostro: “Ogni opera virtuosa deve essere ritenuta opera del Signore, persino se viene praticata da un infedele”. Ricordiamo il re babilonese Nabucodonosor del quale abbiamo già parlato qualche giorno fa e il re persiano Ciro che permette agli esuli Giudei di tornare alle loro città: pur essendo pagani operano cose buone. Ma noi cristiani, conclude il Nostro, abbiamo una marcia in più: “Quando le virtù si trovano in un cuore sinceramente cristiano, ossia arricchito dal santo amore, allora non soltanto appartengono a Dio…ma sono rese fruttuose e preziose agli occhi della sua bontà”. Il capitolo termina con una citazione di sant’Agostino sulla quale dovremmo sempre riflettere: «Mettete in un uomo la carità e tutto andrà bene; togliete la carità e non va più nulla». Dunque, riflettiamoci e…preghiamo

Dio fedele e misericordioso, in questo tempo di penitenza e di preghiera disponi i tuoi figli a vivere degnamente il mistero pasquale e a recare ai fratelli il lieto annunzio della tua salvezza. Amen

Oggi allontaniamo da noi la tentazione del giudizio, soprattutto quello temerario. Buona giornata,

PG&PGR