26 Febbraio 2024: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

sarebbe certamente lecito chiedersi quale sia il confine tra lo zelo e l’eccesso d’ira  visto che tanti illustri santi nel dimostrare l’uno hanno lasciato libero spazio all’altra. Francesco di Sales, puntuale come sempre, è pronto a darci la risposta: “Quei grandi santi erano ispirati direttamente da Dio per cui potevano servirsi senza pericolo della loro ira; infatti lo stesso Spirito che li spronava a tali gesti, manteneva le redini della loro giusta indignazione perché non oltrepassassero i limiti che aveva loro fissato”.

Ecco dove sta il confine, la linea di demarcazione: è lo stesso Spirito Santo che permette determinati atti tenendoli, però, a bada. Quante volte capita anche a noi di andare, più o meno con giusta ragione, “fuori dei gangheri”, usare parole forti, a volte improperi, ecc. ? Ci viene da pensare a quando siamo alla guida della nostra auto, magari nel traffico di Roma nelle ore di punta…. In quei momenti non ci lasciamo guidare dallo Spirito, ma dal nostro risentimento e nervosismo. Continua il nostro Autore: “Un’ira ispirata ed esercitata per opera dello Spirito Santo non è più ira dell’uomo, mentre è proprio l’ira dell’uomo che bisogna fuggire, giacché, come dice il glorioso san Giacomo, essa non attua la giustizia di Dio” (Cfr. Gc 1,20). Tante volte la giustizia umana si distacca da quella di Dio e quando mette in gioco la vita in nome della libertà personale, le volge indubbiamente le spalle e si rischia “di superare la colpa col castigo”. Invero, anche alcuni santi hanno usato termini ed espressioni “pesanti” nei confronti di alcune comunità della Chiesa nascente: san Paolo chiama i Galati “insensati e stolti”, rimprovera aspramente i Cretesi  per le loro cattive inclinazioni “ed ha tenuto testa al glorioso san Pietro, suo superiore”. Ma non per questo, osserva il de Sales “bisognerà sentirsi autorizzati ad ingiuriare i peccatori, biasimare le nazioni (anche se qualche volta…), controllare e censurare i nostri responsabili e i nostri vescovi”. Senza dubbio Paolo era mosso dallo Spirito Santo e agiva in modo risoluto per correggere gli altri sapendo molto bene ciò che faceva e diceva; “ma gli spiriti aspri, acidi, presuntuosi e maldicenti, schiavi delle loro inclinazioni, degli umori, delle avversioni e dell’arroganza, vogliono coprire la loro ingiustizia col manto dello zelo e ciascuno, con la scusa di questo sacro fuoco, si lascia bruciare dalle proprie passioni”. La presunzione, tante volte, prende il posto dello zelo e questo porta, inevitabilmente, a “maldicenze, collere, odio, invidia e inquietudini di spirito e di lingua”. Quante volte Papa Francesco ha denunciato questo modo di agire anche all’interno della Chiesa! E noi, nelle nostre comunità parrocchiali e religiose come viviamo lo zelo?

Preghiamo con le parole della liturgia odierna

O Dio, che hai ordinato la penitenza del corpo come medicina dell’anima, fa’ che ci asteniamo da ogni peccato per aver la forza di osservare i comandamenti del tuo amore. Amen

Ed oggi chiediamo con forza al Signore di allontanare da noi la tentazione della “padreternite”. Buona giornata,

PG&PGR