Carissimi,
affrontiamo oggi la terza ed ultima sezione del quarto capitolo. Certamente Dio vuole che, insieme a lui, amiamo tutte quelle persone che ci ha messo accanto, ma, c’è un “ma” e Francesco di Sales sottolinea: “Ci sono anime che, avendo già fatto qualche progresso nel divino amore, hanno rinunziato ad ogni amore portato alle cose pericolose;
eppure continuano ad avere amori inutili e pericolosi, perché amano eccessivamente e con amore troppo tenero e appassionato ciò che Dio vuole che esse amino”. Dunque bisogna fare attenzione che questi amori, poco a poco, non soppiantino l’amore di Dio. L’esempio che ci viene proposto è eloquente: “Dio voleva che Adamo amasse teneramente Eva, ma non tanto teneramente da compiacerla violando l’ordine dato dalla sua maestà divina. Egli pertanto non amò una cosa superflua o per se stessa pericolosa, ma la amò in modo esagerato e pericoloso”. L’amore per gli altri è senz’altro secondo il volere di Dio, come lo è l’amore per i “nostri esercizi di pietà”, ma tali amori possono essere esercitati in modo sregolato “quando li anteponiamo all’obbedienza e al bene più generale, o li amiamo come se fossero il fine ultimo, mentre sono soltanto dei mezzi e vie al nostro ultimo fine, che è l’amore divino”. Amare i genitori, i figli, gli amici, sono in se stesse cose molto buone, ma rimangono, comunque, dei mezzi che tendono ad un Fine e sarebbe sbagliato se questo Fine venisse soppiantato dai mezzi. Anche i beni materiali che Dio mette a nostra disposizione possono essere mezzi buoni, ma bisogna trovare il giusto equilibrio affinché vengano usati nel modo giusto e secondo la Sua volontà. Spesso, però, la nostra volontà, pur essendo buona, o così ci sembra, non è sufficiente a fare quel passo in più che si dovrebbe fare. Un esempio, dice il Salesio, lo possiamo attingere direttamente dalla Parola del Signore, dal vangelo di Matteo (19,2022) e da quello di Luca (18,21-23): “Tale fu il povero giovane, che, avendo osservato i comandamenti di Dio fin dalla tenera infanzia, non desiderava la roba d’altri, ma amava troppo teneramente la propria; per questo motivo, quando il Signore gli consigliò di darla ai poveri, si rattristò e si fece malinconico. Amava ciò che gli era lecito amare, ma l’amava con amore eccessivo e troppo intenso”. Le anime che agiscono in questo modo, conclude il Nostro, sono come quelle ottanta, delle quali ha fatto menzione all’inizio del capitolo che, pur non essendo “regine” e spose “avevano parte al letto regale quali rispettabili e legittime amanti”. Come tutti noi ben sappiamo, la perfezione nell’amore di Dio è spesso lontana dalla natura dell’uomo, ma non irraggiungibile e nel prossimo capitolo l’Autore ci parlerà di questo.
Preghiamo
Signore Gesù, potremo mai amare Dio come tu lo hai amato? Concedici la grazia e la forza di non anteporre nulla all’amore di Dio facendo “tutto per amore e nulla per forza”. Amen
Affrontiamo questa giornata e la settimana che oggi si apre, con fiducia, gioia e speranza.
PG&PGR