Carissimi,
Francesco di Sales, sempre preoccupato che le sue parole siano ben comprese, avviandosi alla conclusione di questo primo capitolo, puntualizza: “Sicuramente, non voglio dire che la vista della bellezza di Dio, che i dannati avranno in un baleno, come un lampo, abbia la stessa chiarezza di quella dei beati”.
Poi, citando il brano di Matteo 24,30: «Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra e vedranno il Figlio dell’uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria», e quello di Giovanni 19,37: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto», continua riferendosi ai dannati: “Alla vista di quella gloria, avranno la sensazione della gravità della loro perdita”. Sarà capitato a molti di mancare a qualche evento particolarmente bello e poi rammaricarsene pensando: ma guarda cosa mi sono perso/a! Forse quell’evento potrebbe ripetersi e allora faremmo di tutto per essere presenti. Ma l’incontro faccia a faccia con Dio sarà definitivo e senza replica. Proseguendo, il Nostro, fa una ipotesi assurda: “Se Dio avesse proibito all’uomo di amarlo, quanta amarezza nelle anime generose! Cosa non farebbero per averne il permesso!” E commenta che Davide, pur di avere in sposa la figlia del re Saul, affrontò e sconfisse i Filistei (Cfr. 1 Sam 18,25); Giacobbe fece di tutto per sposare Rachele (Cfr. Gen 29,18); il principe Sichem per avere Dina, figlia di Giacobbe, in matrimonio (Cfr. Gen 34,6-24). Quante cose impegnative è disposto a fare l’uomo per avere qualche soddisfazione umana! “I dannati si considererebbero beati se sapessero di poter amare Dio qualche volta, e i beati si considererebbero dannati se pensassero di venir privati una volta di tale amore sacro”. Ma come dicevamo prima è un’ipotesi assurda. Dio vuole che lo amiamo, anzi ce lo ordina perché sa che, senza di Lui, non possiamo fare nulla di buono. L’Autore conclude il capitolo dicendo: Quanto è desiderabile la dolcezza di questo comandamento… Sia benedetta per sempre la bontà, che con tanta cura ci comanda di amarla, benché il suo amore sia tanto desiderabile e necessario alla nostra felicità, che senza di esso noi non possiamo essere se non infelici!” E noi, senz’altro, vogliamo essere eternamente felici, ma dobbiamo metterci tutto il nostro impegno.
Domani celebreremo la Solennità dell’Epifania di Nostro Signore e non ci sentiremo, ma ne anticipiamo la preghiera:
O Dio, che in questo giorno, con la guida della stella, hai rivelato alle genti il tuo unico Figlio, conduci benigno anche noi, che già ti abbiamo conosciuto per la fede, a contemplare la grandezza della tua gloria. Amen
Buona Epifania e buon Battesimo del Signore ricordandoci delle nostre promesse battesimali. A risentirci lunedì.
PG&PGR