Carissimi,
quella di “indagare” sull’operato di Dio, soprattutto nei nostri confronti, è una tentazione forte, e quella di voler vedere dei risultati immediati, o quasi, lo è ancora di più. Torniamo a ciò che Francesco di Sales ci ha detto ieri a proposito della ragazza figlia del chirurgo; ci pone questa domanda: “Ora dimmi, amico Teotimo, quella figlia non ha forse dimostrato un amore più attento e più forte per suo padre che se si fosse preoccupata di chiedergli medicine, di guardare come incideva la vena, o come sgorgava il sangue e dirgli molte parole di ringraziamento?”
Queste sarebbero state preoccupazioni inutili in quanto, quello che si era preso cura di lei, era suo padre. Forse, guardando l’incisione, si sarebbe solo spaventata. Il suo modo di ringraziare è stato semplicemente quello “di dimostrare il suo amore filiale, infinitamente gradito al padre più di tutte le altre virtù”. Quando si sentiamo soffocati dalle avversità, dai pericoli, dalle preoccupazioni che ogni giorno si affacciano nella nostra mente, pensiamo alle parole del Salmo 25 che, al versetto 15 dice: “Tengo i miei occhi rivolti al Signore perché libera dal laccio il mio piede”. Prosegue il Salesio: “Sei caduto nei lacci dell’avversità? Non pensare alla tua disavventura, né all’inganno in cui sei caduto: guarda Dio e lascialo fare: avrà cura di te; getta la tua mente in lui ed egli ti nutrirà (Salmo 55,23)”. Dicevamo all’inizio che è una grande tentazione quella di aver fretta di vedere dei risultati, ma riflettiamo: se il nostro medico di famiglia ci prescrivesse un farmaco per far fronte a qualche problema di salute, non sarebbe certamente saggio pretendere una guarigione immediata e non ottenendola, abbandoneremmo quella cura? Rischieremmo di peggiorare la situazione oltre che a mancare di fiducia nei confronti del medico. Suggerisce il Nostro: “Aspetta dunque in serenità di spirito gli effetti del beneplacito divino, e il suo volere ti basti giacché è sempre il migliore”. Nella “Vita di santa Caterina da Siena” di Raimondo da Capua, si legge che il Signore le diede questo ordine: «Pensa in me ed io penserò per te». Cioè, fidati di me ed io non ti deluderò. Pensiamo anche a santa Teresa d’Avila che, sulla scia di san Paolo (Cfr. 2 Co 12,9) dice: «Nulla ti turbi, nulla ti spaventi, solo Dio basta». Le tante domande sui perché e sui percome affollano spesso la nostra mente e, non trovando risposte esaurienti, rischiamo anche di perdere la serenità. Per oggi ci fermiamo qui convinti che abbiamo già molto su cui riflettere.
Preghiamo
O Dio, che hai rivelato al mondo con il parto della Vergine lo splendore della tua gloria, concedi al tuo popolo di venerare con fede viva e di celebrare con sincero amore il grande mistero dell’incarnazione. Amen
E anche oggi procediamo nel nostro cammino con la certezza che Dio ci è sempre vicino per curare e sanare le nostre ferite. Buona giornata,
PG&PGR