Carissimi,
riprendiamo la seconda considerazione da dove ci siamo interrotti ieri e Francesco ci da notare una “cosa strana, ma vera, Teotimo: se i dannati non fossero accecati dalla loro ostinazione e dall’odio che hanno contro Dio, troverebbero consolazione nelle loro pene e vedrebbero la misericordia divina mirabilmente mescolata con quelle fiamme, in cui eternamente ardono.
Perciò i santi, considerando da una parte i tormenti così orribili e così spaventosi dei dannati, ne danno lode alla giustizia divina esclamando: Sei giusto, o Signore, e retti sono i tuoi giudizi; ma vedendo dall’altra parte che queste pene, benché eterne ed incomprensibili, sono tuttavia di gran lunga inferiori alle colpe e ai delitti, per cui vengono inflitte, rapiti d’ammirazione per l’infinita misericordia di Dio, dicono: O Signore, quanto sei buono, poiché, anche nel più forte della tua ira, non puoi trattenere il torrente delle tue misericordie, dal riversare le loro acque fin dentro le spietate fiamme infernali”. Nel pensiero dell’Autore la misericordia di Dio è talmente grande che, in qualche modo, ha un occhio di riguardo anche per coloro che sono condannati alla pena eterna e, interpretando le parole del Salmo 77,8-10, aggiunge: “Tu non ha dimenticato la bontà del tuo animo, nemmeno quando hai gettato i dannati nelle fiamme dell’inferno eterno; nel tuo furore non hai potuto impedire alla tua santa dolcezza di apporre i segni della sua compassione ai giusti castighi della punizione”. Passiamo, ora, alla terza considerazione che ci riguarda un po’ più da vicino visto che il Salesio ci invita a guardare i beni interiori ed esteriori che il Signore ci concede, come anche ai mali. Certamente siamo pronti ad accogliere i doni di Dio, e sono tanti, ma il nostro atteggiamento cambia quando, insieme ai doni, ci sono anche delle privazioni, accanto al bene c’è il male, interiore ed esteriore. Ci siano di incoraggiamento le parole di Giobbe: “Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremo accettare il male? (2,10)”. Ripensiamo alla preghiera del Padre nostro “sia fatta la tua volontà come in cielo così interra”. Quante volte pronunciamo queste parole di fretta senza avere il tempo di riflettere su ciò che diciamo. Commenta il de Sales: “Sì, o Signore, la tua volontà si faccia in terra, dove non abbiamo piacere a cui non vada unito dolore, né rosa senza spine, né giorno non seguito da notte, né primavera non preceduta da inverno; in terra, o Signore, dove sono rare le consolazioni e innumerevoli i travagli. Tuttavia, o Signore, si faccia la tua volontà, non solo nell’esecuzione dei tuoi comandamenti, consigli e ispirazioni, che devono essere da noi attuati, ma anche nella sofferenza delle afflizioni e pene che devono essere accolti da noi, perché la tua volontà compia, per mezzo nostro, in nostro favore e in noi tutto quello che le piacerà”. Non lasciamoci sfuggire quel “in nostro favore” perché tutto ciò che viene da Dio, ci piaccia o no, è segno del suo amore per noi.
Preghiamo
Ti ringraziamo Signore per tutti i tuoi doni, per quelli che ci fanno gioire e anche per quelli che mettono alla prova la nostra fede; aiutaci ad accoglierli sempre e a renderti grazie. Amen
Che ne dite di ripetere spesso, oggi: sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra? Buona giornata,
PG&PGR