22 Settembre 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

in chiusura del capitolo, Francesco, a proposito dell’obbedienza di cui abbiamo parlato ieri, si sente in obbligo di fare una precisazione dicendo: “Ma nota, Teotimo, che qui non tratto dell’obbedienza dovuta a Dio…perché quel tipo di obbedienza appartiene alla virtù della giustizia e non dell’amore”. Infatti, quante “leggi e leggine” noi siamo tenuti ad osservare senza amarle? Gesù dice chiaramente ai suoi: “Voi siete miei amici se farete ciò che io vi comando” (Gv 15,14). Non è in forza della giustizia che il Maestro chiede questo ai discepoli, ma in forza dell’amore. E’ questo che muove anche tutti gli altri affetti umani, tra genitori e figli, tra coniugi, tra innamorati. Se per assurdo, continua l’Autore “non avessimo nessuna sorta di obbligo e di dovere verso Dio (e ciò sia detto quale immaginazione di cosa impossibile e non pensabile), tuttavia l’amore di benevolenza di porterebbe a rendere totale obbedienza e sottomissione a Dio per elezione ed inclinazione, addirittura per una dolce violenza amorosa, in considerazione della somma bontà, giustizia e rettitudine della sua divina volontà”. L’uomo, e in particolare il cristiano, deve riscoprire il proprio rapporto con Dio conformando il suo cuore a quello del Padre. Questo si attua mettendo “tutti i nostri affetti tra le mani della divina volontà, affinché siano da essa piegati e plasmati a suo piacimento, modellati e formati secondo il suo beneplacito. In questo consiste la totale obbedienza d’amore, che non ha bisogno di essere spinta da minacce o da ricompense, né da alcuna legge o camandamento; infatti essa anticipa tutto ciò, sottomettendosi a Dio soltanto per la perfetta bontà che c’è in lui, per la quale egli merita che ogni volontà gli sia obbediente, sottoposta e sottomessa, conformandosi e unendosi per sempre, in tutto e per tutto, alle sue divine intenzioni”. A chi vive secondo una mentalità mondana, spesso consumistica, superficiale, indifferente, che guarda solo al proprio ”io”, queste parole possono sembrare, quanto meno, inopportune. Ma chi si sforza di vivere secondo Dio si accorge che esse sono solo un invito a fidarsi maggiormente di Lui e della sua Provvidenza. Egli che ha cura degli uccelli del cielo e dei gigli del campo (Cfr. Mt 6,26-29), non avrà più cura dei suoi figli?

Preghiamo

Padre che sei perfetta carità, fa’ che la nostra vita si conformi sempre più alla Tua volontà accettandola in ogni occasione, anche difficile, con la certezza che Tu non ci lascerai mai soli. Amen.

Affrontiamo questo giorno con una rinnovata fiducia in Dio e buona giornata,

PG&PGR