Carissimi, vicini e lontani
dopo la lunga pausa estiva e dopo le “vicissitudini” che hanno accompagnato questo difficile periodo, riprendiamo, con rinnovato fervore, il nostro cammino insieme a San Francesco di Sales dando l’assalto al libro VIII del Trattato dell’Amor di Dio, che ha questo titolo generale: “Dell’amore di conformità mediante il quale uniamo la nostra volontà a quella di Dio che ci viene significata per mezzo dei suoi comandamenti, dei suoi consigli e delle sue ispirazioni”. Argomento veramente impegnativo!!! Nel primo capitolo, che oggi iniziamo, l’Autore ci parla “dell’amore di conformità che deriva dalla nostra compiacenza” e, riprendendo le parole di San Luca (8,8), esordisce dicendo: Come la buona terra che ha accolto il frumento a suo tempo lo rende al centuplo, così il cuore che ha sperimentato la compiacenza di Dio non può impedirsi di voler dare a Dio, a sua volta, un’altra compiacenza”. La parabola del seme che viene sparso su vari tipi di terreno (l’abbiamo ascoltata domenica 16 luglio nella versione di Matteo), ci mette di fronte alle nostre responsabilità: che tipo di terreno siamo? Come accogliamo la Parola di Dio? E questa Parola come incide nella nostra vita quotidiana? Continua il Nostro: “Il vero amore non è mai ingrato, cerca di piacere a coloro che gli piacciono; e da questo deriva la conformità degli amanti che ci fa diventare come quelli che amiamo”. Da questa affermazione dovremmo dedurre che, se amiamo Dio dobbiamo amare ciò che Egli ama. Dobbiamo però fare una netta distinzione tra l’amore di Dio e quello per le creature che spesso si oppongono. Francesco, per metterci in guardia ci offre l’esempio del devoto e saggio re Salomone che “divenne idolatra e folle quando amò le donne idolatre e folli, ed ebbe tanti idoli quanti ne avevano quelle donne”. Quanti comportamenti sbagliati si mettono in atto per compiacere gli altri! L’amore per il Creatore ci stimola ad una vita buona ai suoi occhi; l’amore per le creature, a volte, può farci deviare su strade “impervie”. Aggiunge Francesco: “Questa trasformazione si opera insensibilmente per mezzo della compiacenza che, entrata nei nostri cuori, ne genera un’altra da offrire a Colui dal quale l’abbiamo ricevuta”. Facciamo dunque bene attenzione a ciò che amiamo: se amiamo il bene vero porteremo buoni frutti, se ci lasciamo accalappiare da ciò che bene non è…traete voi le conclusioni…!
Preghiamo
Signore, aiutaci ad amare ciò che tu ami e a desiderare ciò che Tu desideri; non permettere che il nostro essere e il nostro agire seguano la mentalità mondana, ma si conformino a Tuo santo amore. Amen
Coraggio, fratelli e sorelle! Non scoraggiamoci e buona giornata,
PG&PGR
P.S.
Ogni domenica, al termine della preghiera dell’Angelus, Papa Francesco chiede di pregare per lui. Facciamolo e, se vi avanza un po’ di tempo, pregate anche per i vostri preti. Grazie