Carissimi,
celebriamo oggi la Solennità della Natività di San Giovanni Battista, il precursore di Cristo, martire per la Verità e patrono, o compatrono, di tante città italiane (tra le quali Roma e Torino) ed estere, e che Gesù definisce “il più grande tra i nati da donna” (Cfr. Lc 7,28). Probabilmente Gesù, in quel momento, non ha preso in considerazione Giuseppe e Maria a causa del suo uditorio. Torniamo a Francesco di Sales che, dopo averci arricchito con le sue considerazioni su san Giuseppe, conclude dicendo che i servizi resi da quel santo uomo al Figlio di Dio, “mai più saranno resi, dopo quelli compiuti dalla sua celeste Sposa, vera madre naturale di quel figlio”. E, riprendendo a parlate della Madonna, aggiunge: Anche di lei è impossibile pensare che sia morta di altro genere di morte che non sia quella d’amore; la morte più nobile di tutte, e, di conseguenza, dovuta alla vita più nobile mai esistita tra le creature, morte della quale gli stessi Angeli desidererebbero morire se ne avessero la possibilità”. Dei primi cristiani, a causa del loro reciproco affetto, si dice che avevano un cuore solo e un’anima sola (Cfr. At 4,32); san Paolo afferma di non vivere più per se stessso in quanto Gesù Cristo viveva in lui “per la strettissima unione del suo cuore a quello del suo Signore” (Cfr. Gal 2,20). Di tanti altri sante e santi si dice più o meno la stessa cosa: tutti hanno vissuto offrendo a Dio la propria esistenza. Esclama, dunque, il Nostro: “Quanto è più vero che la santa Vergine e suo Figlio avevano una sola anima, un solo cuore ed una sola vita, di modo che quella santa Madre, vivendo, non viveva per lei stessa, ma suo Figlio viveva in lei!” Maria è definita la “Madre più amata e più amante”: la più amata da Dio che l’ha scelta, la più amante perché capace di amare “di un amore incomparabilmente più elevato di tutti gli ordini degli Angeli e degli uomini, nella misura in cui gli appellativi di Madre unica e di Figlio unico sono al di sopra di tutti gli altri nomi nel campo dell’amore”. L’amore umano, per quanto grande possa essere, non può competere con quello di una madre per un figlio e viceversa; tanto più se quella madre si chiama Maria di Nazaret e quel figlio Gesù. Francesco mette queste parole sulle labbra della Vergine: “Non ho altra vita che la vita di mio figlio, la mia vita sta tutta nella sua e la sua tutta nella mia”. E commenta: “Non era più unione, ma unità di cuore, di anima e di vita tra quella madre e quel figlio. E ne deduce: “Ora, se quella madre visse della vita del figlio, morì anche della morte del figlio; infatti quale la vita, tale la morte”. Francesco di Sales, lo sappiamo bene, è un innamorato di Maria; e come possiamo, anche noi, non innamorarci di questa madre che è tanto vicina ai suoi figli da poter dire insieme a suo Figlio: « Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi» (Cfr.Mt 11,28).
Preghiamo con l’odierna liturgia
Dio onnipotente, concedi alla tua famiglia di camminare sulla via della salvezza sotto la guida di san Giovanni il precursore, per andare con serena fiducia incontro al Messia da lui predetto, Gesù Cristo nostro Signore. Amen
Ed oggi ripensiamo alle parole del sommo poeta: “qual vuol grazia e a te non ricorre sua disianza vuol volar sanz’ali”. Buona giornata e buona domenica,
PG&PGR
P.S. Auguri a tutti i Giovanni che conosciamo (…noi compresi). E voi, che da Torino ci seguite, stasera, godetevi anche per noi i fuochi di san Giovanni. Domani, memoria di San Massimo, primo vescovo di Torino e patrono della vostra Parrocchia, che per diversi anni è stata anche la nostra, vi ricorderemo in modo particolare nella preghiera.