Carissimi,
come promesso, di seguito la prima parte della “Storia meravigliosa di un gentiluomo morto d’amore sul monte Calvario”:
“Un giorno, un illustrissimo e virtuoso cavaliere si recò oltremare, in Palestina, per visitare i luoghi santi nei quali Nostro Signore aveva operato la nostra redenzione; per cominciare degnamente quel santo esercizio, prima di tutto si confessò e si comunicò devotamente; poi si recò nella città di Nazaret, dove l’angelo aveva annunciato alla santissima Vergine l’Incarnazione, e dove era avvenuto l’adorabile concepimento del Verbo eterno;
e là quel degnata o di assumere la natura umana per salvare l’umanità dalla perdizione. Poi passò a Betlemme, luogo della nascita, dove versò abbondantissime lacrime di tenerezza pensando a quelle che il bambino vi aveva sparso in quella stalla; baciò e ribaciò cento volte quella sacra terra e lambì con la lingua quella polvere che aveva ricevuto su di sé la prima infanzia del celeste Fanciullo. Da Betlemme passò a Betabara, e poi si spinse fino al villaggio di Betania, dove, ricordando che il Salvatore si era spogliato per ricevere il battesimo, si spogliò egli pure delle sue vesti e s’immerse nel fiume Giordano, lavandosi e bevendone l’acqua, immaginandosi di vedere il Salvatore ricevere il battesimo per mano del Precursore, e lo Spirito Santo, in forma di colomba, discendere visibilmente su di lui, i cieli aperti e di udire la voce del Padre: Questo è il mio figlio diletto nel quale mi sono compiaciuto. Da Betania si reca nel deserto e, con gli occhi dello spirito, vede il Salvatore digiunare, combattere e vincere il nemico; poi gli angeli che lo servono di cibi straordinari. Di là passò al monte Tabor, dove contempla il Salvatore trasfigurato; salì il monte Sion e lo contemplò inginocchiato nel Cenacolo, mentre lava i piedi agli apostoli e quindi nell’atto di distribuire il suo corpo nella santissima Eucaristia. Attraversò il torrente Cedron e si recò nel giardino del Getsemani, ove il suo cuore si effuse in lacrime di amabile dolore immaginando il caro Salvatore sudare sangue nella terribile agonia ivi sofferta; poi lo contemplò legato, malmenato e condotto per le vie di Gerusalemme, ove pure si incamminò, seguendo ovunque le tracce del suo diletto; lo contemplò ancora trascinato qua e là da Anna, da Caifa, da Pilato, da Erode; flagellato, schernito, sputacchiato, coronato di spine, presentato al popolo, condannato a morte, caricato della croce, portando la quale avviene l’incontro pietoso di Gesù con la sua santa madre disfatta dal dolore e con le pie donne di Gerusalemme che piangevano su di lui. Finalmente giunse sul monte Calvario, ove contemplò la croce stesa a terra e nostro Signore disteso sopra, con le mani ed i piedi crudelmente inchiodati su di essa. Contemplò quindi la croce ed il crocifisso sollevati in alto, mentre da ogni parte di quel corpo divino scorreva a rivi il sangue”. (continua)
Oggi ricorre la memoria liturgica di San Luigi Gonzaga, un giovane religioso gesuita che, per assistere i malati di peste, morì all’età di 23 anni.
Preghiamo
O Dio, principio e fonte di ogni bene, che in san Luigi Gonzaga hai unito in modo mirabile l’austerità e la purezza, fa’ che per i suoi meriti e le sue preghiere, se non lo abbiamo imitato nell’innocenza, lo seguiamo sulla via della penitenza evangelica. Amen
Nel ricordo di questo grande, giovane e coraggioso santo, vi auguriamo buona giornata,
PG&PGR
P.S. Auguri a tutti i Luigi che conosciamo