29 Maggio 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

ieri, Solennità di Pentecoste, nella “sequenza”, tra le altre cose, abbiamo chiesto allo Spirito Santo: “Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido”; il Signore pieghi e scaldi il cuore dei “grandi” della terra! A Maria che oggi onoriamo col titolo di “Madre della Chiesa” e a san Paolo VI del quale ricorre la memoria, affidiamo il mondo intero e le nostre parole. E col cuore pieno di fiducia iniziamo il Terzo capitole del Libro settimo del TAD al quale Francesco di Sales assegna questo titolo: “Del massimo grado di unione, per mezzo della sospensione e del rapimento”, parole “importanti” che potrebbero intimorirci e farci pensare che si riferiscano esclusivamente ad anime “elette”; ma il Signore parla al cuore tutti…anche al nostro. Sentiamo come l’Autore introduce questo capitolo ricollegandosi a quanto ci ha detto ieri: “Sia dunque che l’unione della nostra anima con Dio si attui impercettibilmente, sia che avvenga in modo percettibile, l’autore è sempre Dio, e nessuno può unirsi a lui se non è egli stesso a muoversi per primo, e nessuno può unirsi a lui se non è da lui attirato”. La conferma di questo la troviamo nel vangelo di Giovanni (6,44): «Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato». Ma tale attrazione Dio la opera su di ognuno di noi perché Gesù è venuto a chiamare soprattutto i peccatori (Cfr. Mt 9,13). Però bisogna fare attenzione in quanto quella attrazione, se si cede alle attrazioni del maligno, potrebbe cambiarsi in “repulsione” quando non è pura e forte. E’ quello che accade con due calamite: provate ad accostarle dai poli uguali e vedrete che si respingeranno. Ma che cosa significa “unione pura e forte”? Francesco, come al solito ce lo spiega con un esempio e dice: “Io posso avvicinarmi ad una persona per parlarle, per vederla meglio, per ottenere da lei qualche favore, per odorare i profumi che porta con sé, per appoggiarmi a lei. In tali casi mi avvicino veramente e mi unisco a lei, ma l’unione non è il mio scopo principale, perché me ne servo unicamente per ottenere altra cosa: ma se io mi avvicino e mi unisco a quella persona unicamente per godere della sua vicinanza, allora l’unione è semplice e pura”. I modi di avvicinarsi al Signore possono essere buoni e Francesco menziona alcuni personaggi dell’Antico e del Nuovo Testamento: Giacobbe, Davide, la Maddalena, i Magi e altri; ma possono essere anche meno buoni come quello degli abitanti di Nazaret (Cfr. Mt 13,53-58) o di Simone il mago (Cfr. 8,18-21). L’esempio più chiaro di una perfetta unione spirituale il de Sales ce la offre “inventando” un dialogo tra un interlocutore e Maria, la madre di Gesù: Che cosa cerchi, o Madre della vita, su questo monte del Calvario, in questo luogo di morte? Avrebbe risposto: cerco mio figlio, che è la vita della mia vita. E perché lo cerchi? Per essere vicina a lui. Ma ora si trova tra le tristezze della morte. Non cerco cose piacevoli, ma lui soltanto; il mio cuore innamorato mi fa cercare di essere unita a quell’amabile Figlio, il mio caro Diletto, ovunque si trovi”. E commenta: “lo scopo dell’anima in questa unione è soltanto di essere vicino all’amante”. Maria, quale Madre della Chiesa e, dunque, Madre nostra, continua nella sua ricerca nel cuore di tutti noi; cerca uno spiraglio, una piccola apertura che le permetta di trasmetterci il suo essere “amante perfetta”.

Preghiamo con le parole della liturgia odierna

Dio Padre di misericordia, il tuo unico Figlio, morente sulla croce, ha dato a noi come madre la sua stessa madre, la beata Vergine Maria; fa’ che, sorretta dal suo amore, la tua Chiesa, sempre più feconda nello Spirito, esulti per la santità dei suoi figli e riunisca tutti i popoli del mondo in un’unica famiglia. Amen

Alla Vergine Santa rivolgiamo oggi un particolare pensiero filiale. Buona giornata,

PG&PGR