Carissimi,
oggi ricordiamo l’apparizione della Santa Vergine ai tre giovanissimi pastori, Lucia, Jacinta e Francisco, nella località di Cova da Iria, nelle immediate vicinanze di Fatima, in Portogallo; era il 13 maggio 1917, mentre l’Europa era sconvolta dalla Prima guerra mondiale. All’intercessione della Vergine della Pace affidiamo l’Europa dei nostri giorni ferita da una assurda guerra fratricida. Anche il cuore di Maria è ferito e sanguina per amore nostro… Francesco di Sales, concludendo questo capitolo, nel contesto delle “ferite” provocate dall’amore, dice che queste sono di vario genere e ne elenca alcune: “1. I primi colpi che riceviamo dall’amore si chiamano ferite, perché il cuore, che sembrava sano, integro, padrone di sé finché non amava, quando si innamora comincia a separarsi e a dividersi da se stesso per darsi all’oggetto amato. Ora questa divisione non può avvenire senza dolore, poiché il dolore non è altro che la divisione delle cose viventi unite tra loro”. Proviamo a pensare ad un/una giovane: prima di innamorarsi seriamente è completamente libero/a, ma quando incontra “l’anima gemella” deve necessariamente, con fatica, rinunciare a qualcosa di se stesso/a. Il desiderio, come è già stato detto: “2. Punge e ferisce incessantemente il cuore nel quale si trova”. Un cuore diviso da chi si ama non può non provocare dolore! Ma, continua l’Autore, quando si parla di amore sacro, ed è questo il terzo genere: “in esso c’è una sorta di ferita che Dio stesso causa qualche volte all’anima che intende perfezionare molto: infatti le comunica dei sentimenti meravigliosi e delle attrattive ineguagliabili verso la sua somma bontà…allora essa si lancia con forza, quasi volesse volare più in alto verso il suo oggetto divino, ma rimanendoci male perché non riesce ad amare come desidererebbe”. Non ci impressioniamoci di fronte a quanto dice il Salesio; tanti Santi hanno provato questo tipo di sofferenza che è propria della condizione umana “agganciata alle basse miserie di questa vita mortale e della propria impotenza”. Lo stesso San Paolo, nella Lettera ai Romani (Cfr. 7,14-24), si “lamenta” di non riuscire ad essere più intimamente unito a Dio a causa della sua umanità. Anche l’anima profondamente credente, nonostante il suo impegno, non ha la forza di amare Dio come vorrebbe e “tanti sono gli slanci che compie per volare più in alto verso l’amore desiderato, tante sono le ferite di dolore che riceve”. Fate bene attenzione perché ora il Nostro si spinge in una affermazione che potrebbe lasciarci perplessi: “Dio mio, che sto per dire, Teotimo? I beati del cielo, vedendo che Dio è più amabile di quanto non lo amino, soffrirebbero e si consumerebbero eternamente per il desiderio di amarlo di più, se la santissima volontà di Dio non imponesse loro la meravigliosa pace di cui godono; infatti, amano così sommamente quella suprema volontà, che il suo volere determina il loro e la contentezza divina li accontenta, accettando di essere limitati nel loro amore da quella stessa volontà la cui bontà costituisce l’oggetto del loro amore”. Non sappiamo quanto i Beati siano d’accordo con una tale visione…ma un giorno lo scopriremo. Il capitolo si conclude con una affermazione che deve farci riflettere profondamente: “Chi tra i mortali non desidera amare di più la divina bontà, non l’ama abbastanza”.
Affidiamo a Maria questa giornata
O Dio, tu hai voluto che Maria, madre del tuo Figlio, fosse anche nostra Madre; fa’ che, perseverando nella penitenza e nella preghiera per la salvezza del mondo, ci adoperiamo con tutte le forze per la crescita del regno di Cristo. Amen
Per una volta “permettiamoci il lusso” di essere insaziabili…ma solo nell’amore di Dio. Buona giornata e buona domenica,
PG&PGR