22 Aprile 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

nel terzo capitolo Francesco di Sales ci aveva parlato della prima differenza tra la meditazione e la contemplazione; nel quarto ci ha aiutato a capire come la semplicità sia, la maggior parte delle volte, il veicolo migliore per amare Dio e nel quinto capitolo, che iniziamo oggi, ci fa notare la seconda differenza dicendo: “La meditazione considera nei particolari e quasi pezzo per pezzo gli oggetti idonei a commuoverci; la contemplazione, invece, ha una visione molto semplice e globale sull’oggetto amato, e la considerazione così concentrata compie anche un movimento più vivo e più forte”.

Sembra essere un concetto complicato, ma in effetti è molto semplice e il Salesio, sempre molto comprensivo e paziente con noi “poveri mortali”, ci viene incontro con un esempio prendendo in esame un oggetto che, ai suoi tempi, era comune vedere sulla testa dei regnanti, la corona regale che, spiega, può essere guardata in due modi: esaminando le pietre preziose, una per una e incastonate in essa, oppure considerare lo splendore di quell’oggetto nel suo insieme. Inventiamo noi un altro esempio lasciando la corona in testa ai legittimi proprietari: il nostro Paese, l’Italia, può essere osservata prendendo in esame le nostre splendide “città d’arte”, gli incantevoli paesaggi marini e montani e, perché no, i piccoli e suggestivi borghi, oppure guardandola nel suo insieme. La conclusione sarà, diciamolo con una punta di orgoglio, è veramente BELLA! Questo è ciò che accade quando confrontiamo la meditazione con la contemplazione. Dice l’Autore: “Il primo modo assomiglia alla meditazione, nella quale, per esempio, consideriamo gli effetti della misericordia divina, per incitarci al suo amore; la seconda invece è simile alla contemplazione, nella quale guardiamo, con un solo sguardo concentrato del nostro spirito, tutta la varietà degli stessi effetti come una sola bellezza composta da tanti elementi”. E prosegue: “Meditando, sembra quasi che enumeriamo le perfezioni divine che vediamo nel mistero; mentre nella contemplazione ne facciamo una somma totale”. Citando poi il Cantico dei Cantici (5,9-16) ci fa notare come la sposa metta in risalto la bellezza dello sposo descrivendo il suo corpo (una sorta di TAC!) per arrivare alla conclusione: «Questo è il mio diletto, questo è il mio amico». E, per essere sicuro che questo concetto sia ben compreso, il Nostro ci propone un’altra similitudine: “La meditazione è simile a chi odora il garofano, la rosa, il rosmarino, il timo, il gelsomino, il fiore d’arancio, uno dopo l’altro, separatamente; la contemplazione invece è simile a chi odora l’acqua profumata estratta da tutti questi fiori: infatti questi in un solo profumo odora fusi insieme tutti quelli che l’altro aveva odorato separatamente uno dopo l’altro; ed è fuor di dubbio che quest’ultima essenza odorosa, che proviene dalla mescolanza di tutti quei profumi, è, da sola più soave e preziosa dei profumi di cui si compone, presi singolarmente uno dopo l’altro”. A questo punto crediamo di poter dire che ciò che abbiamo letto all’inizio del capitolo risulta essere più chiaro. Siete d’accordo? Speriamo di sì!

Preghiamo

Signore che ti offri a noi in tutto il Tuo amore, fa’ che meditando e contemplando la tua grandezza, camminiamo gioiosi sulla strada che Tu hai tracciato per ognuno di noi: Amen

Ed oggi…ne abbiamo di cose su cui meditare! Ma anche un po’ di contemplazione non guasta certamente. Buona giornata e buona domenica,

PG&PGR