17 Aprile 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

apriamo oggi il secondo capitolo del sesto libro che indica la meditazione come primo gradino dell’Orazione o teologia mistica. Abbiamo già visto come, nel linguaggio salesiano, orazione e teologia mistica siano, praticamente, la stessa cosa, ma per meglio comprendere questo concetto bisogna andare per gradi e il primo è quello di comprendere cosa si intende col termine “meditazione”. Nella lingua italiana viene definito come la concentrazione della mente nella speculazione e contemplazione di verità religiose o di problemi filosofici o morali. Non è, dunque, qualcosa che appartiene solo al cristianesimo. Francesco, citando il Libro dei Salmi (1,1-2; 2,1), afferma che si può meditare “a fin di bene o a fin di male”. Tuttavia, continua: “Siccome nella Sacra Scrittura la parola «meditazione» è ordinariamente usata per l’attenzione che si ha alle cose divine, al fine di invogliarci ad amarle, è stata, per così dire, canonizzata per comune consenso dei teologi come i nomi di «angelo» e «zelo»; mentre, al contrario, i termini «astuzia» e «demonio» sono stati diffamati; sicché ora, quando si dice «meditazione» si intende parlare di quella santa, dalla quale ha inizio la teologia mistica”. Bisogna, però, fare delle distinzioni in quanto, se è vero che “ogni meditazione è un pensiero” è altrettanto vero che “non ogni pensiero è meditazione”. Infatti spesso si hanno dei pensieri, se non proprio negativi, quanto meno inutili o fantasiosi; altre volte si pensa a qualche cosa per conoscerne le cause, gli effetti, le qualità. Ma i primi si chiamano semplicemente pensieri, gli altri rientrano nel campo dello studio: nulla a che vedere con la vera meditazione che si riferisce alle cose divine “non per conoscerle, ma per amarle”. Questa è vera meditazione. Il semplice pensiero e lo studio, continua il Salesio, “si possono applicare a tutte le cose, ma la meditazione non riguarda che gli oggetti la cui considerazione può renderci buoni e devoti: di modo che la meditazione non è altro che un pensiero attento, ripetuto o mantenuto volontariamente nello spirito, per incitare la volontà a santi e salutari affetti e propositi”. Durante gli anni della formazione, nei seminari, al mattino dopo la celebrazione dell’Eucarestia e prima di iniziare ogni altra attività, ci si ferma in chiesa per “l’ora di meditazione”…Ma dove vola il pensiero di molti durante quei sessanta interminabili minuti? Scusate la divagazione e torniamo al testo. L’Autore prosegue dicendo che è proprio la Sacra Scrittura a spiegare in che cosa consista la meditazione. Citando il capitolo 38 del profeta Isaia fa riferimento al re Ezechia, sovrano del Regno di Giuda che, minacciato dal re di Assiria, si rivolge a Dio con una preghiera struggente, ora con “alte grida”, ora nel silenzio: “Griderò come il piccolo della rondine…mediterò come la colomba, girando e rigirando in miei pensieri nel mio cuore…per incitarmi a benedire e lodare la somma misericordia”. Bisogna però fare attenzione che la meditazione non sia solo frutto delle preoccupazioni terrene…!

Preghiamo con le parole della Liturgia odierna:

Dio onnipotente ed eterno, che ci dai il privilegio di chiamarti Padre, fa’ crescere in noi lo spirito di figli adottivi, perché possiamo entrare nell’eredità che ci hai promesso. Amen

Sarebbe bello potersi ritagliare, ogni giorno, qualche minuto per meditare sui doni che Dio mette nelle nostre mani. Buona giornata,

PG&PGR

Bollettino medico di PG: grazie agli antidolorifici e ad un busto “ad hoc”, il dolore è più sopportabile. Inoltre il “carceriere” PGR è sempre vigile, attento e scrupoloso…pure troppo (ma non glielo dite!). Grazie per la vicinanza e le preghiere