28 Marzo 2023: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

“Il desiderio di esaltare e magnificare Dio ci separa dai piaceri inferiori e ci rende attenti alle perfezioni divine” è il titolo del settimo capitolo che Francesco sottopone alla nostra attenzione dicendo, in apertura: “L’amore di benevolenza ci fa dunque desiderare di ingrandire in noi sempre più la compiacenza che proviamo nella bontà divina, e per attuare tale crescita, l’anima si priva accuratamente di ogni altro piacere per esercitarsi e compiacersi maggiormente in Dio”. Anche se non la cita direttamente, siamo certi che nella mente di Francesco fosse presente la parabola della perla preziosissima, simbolo del Regno di Dio, riportata nel Vangelo di San Matteo (Cfr. Mt 13, 45-46): per poterla acquistare il mercante vende tutto quello ha. Nella “Cronaca dei Frati Minori” si legge, dice il nostro Autore, che un religioso, desideroso di essere più gradito a Dio, chiese ad uno dei primi compagni di San Francesco cosa avrebbe potuto fare. Questi gli rispose: «L’una all’uno, l’una all’uno» cioè «Tutta la tua anima, che è una sola, dalla a Dio solo, che è uno». E sembra che lo abbia fatto cantando…Certo che erano strani ‘sti frati! Noi, poveri frati del terzo millennio, cerchiamo di rendere più comprensibile questo pensiero salesiano con un esempio più “terreno”: un giovane belloccio, incallito “rubacuori”, si innamora seriamente di una ragazza. Cosa dovrà fare per conquistare il suo cuore? Dovrà abbandonare il suo modo di vita precedente per dedicare solo a lei le sue attenzioni e il suo amore e il suo cuore dovrà battere solo per lei. Per “par condicio” potete, volgere al femminile la cosa. E ancora: pensate al un/una atleta che si prefigge qualche arduo traguardo. A quante cose dovrà rinunciare per raggiungerlo? Anche se non siete atleti/e provate ad immaginarlo. Se la nostra anima, continua il testo, si perde nei piaceri e nelle vanità, molto difficilmente riuscirà a mettere Dio al primo posto. Ce ne dà conferma anche San Paolo che, nella Lettera ai Filippesi (Cfr. 3,7-8), dice di aver considerato tutto una perdita, addirittura “spazzatura”, per poter giungere alla piena conoscenza del Cristo. Parole forti, ma che rendono l’idea. Continua il TAD: “Se l’anima che si trova in questo amore incontra le creature, per eccellenti che esse siano, fossero pure Angeli, non si ferma con loro, se non per quanto è necessario per farsi aiutare a sostenere il suo desiderio”. Evidente che Francesco non vuole invitarci ad essere distaccati dalle buone cose terrene, tanto meno da quelle “angeliche”; vuole soltanto farci capire meglio quanto sia importante questa preminenza dell’amore di Dio su tutte le altre cose. Dio esige tutto per sé, ma stiamo pure tranquilli che questo suo “egoismo” si tramuta sempre in somma generosità e quello che saremo riusciti a dargli, lo riceveremo centuplicato già in questa vita e, il resto, nella vita eterna. Aho! L’ha detto Gesù! (Cfr. Mt 19,209.

Preghiamo

Il tuo aiuto, Dio onnipotente, ci renda perseveranti nel tuo servizio, perché anche nel nostro tempo la tua Chiesa si accresca di nuovi membri e si rinnovi sempre nello spirito. Amen

Oggi, potremmo chiederci: quanto sono disponibile all’opera di Dio? Buona giornata,

PG&PGR