14 Gennaio 2025: Messaggio alla Comunità Parrocchiale

Carissimi,

certe notti d’inverno, quando eravamo a Collegno (TO), ad un certo punto sembrava che ogni rumore notturno scomparisse; anche quello del treno Roma-Parigi che transitava a poche decine di metri dalla canonica, era ovattato. Al mattino, tirando su la serranda…la neve! Francesco di Sales, da buon poeta, dà un significato particolare a quella nevicata su quel pezzetto di Roma il 5 agosto di tanti secoli fa. Dice: “Nostro Signore avrebbe potuto facilmente far cadere la manna, come aveva fatto anticamente per gli Israeliti, oppure coprire con i fiori più belli il luogo prescelto”. Ma la purezza della neve appena caduta, può avere un significato che va al di là di un semplice evento meteorologico. La neve: si trova qualcosa di più bianco? Certo oggi, l’inquinamento ha purtroppo “sporcato” anche la neve! Ma Francesco è vissuto più di 400 anni fa! Rileggiamo il brano evangelico della Trasfigurazione, festa che, guarda caso, si celebra il 6 agosto: gli abiti di Gesù divennero bianchi come la neve (Cfr. Mt 17,1-8). La neve assume, dunque, il significato della purezza alla quale tutti siamo chiamati: Gesù, Maria e Giuseppe ne sono l’esempio. La neve, prosegue Francesco, ha una seconda qualità: quella dell’obbedienza. Non vi meravigliate e sentiamo cosa dice: Lo afferma il divin salmista (Sal 147,16), dicendo che essa compie la volontà di Dio, che obbedisce alla sua parola. Guardatela quando cade: scende dolcemente! Guardate come rimane sulla terra finché piace a Dio di inviare un raggio di sole che la faccia sciogliere”. L’anima consacrata a Dio attraverso la professione religiosa obbedisce in forza del voto che ha fatto; ma tutti coloro che sono “consacrati” attraverso il Battesimo e gli altri Sacramenti, dovrebbero (come al solito è bene usare il condizionale!) obbedire al Signore e alla sua Chiesa che agisce sotto l’impulso dello Spirito Santo. Francesco individua nella neve anche una terza qualità: la fecondità: “La neve è feconda in quanto quando nevica in giusta misura, in inverno, il raccolto sarà migliore l’anno seguente, perché la neve protegge il suolo dalle grandi gelate”. La vocazione religiosa è una vocazione feconda in quanto “rende fertili e molto meritorie le azioni più indifferenti”. Ma anche questo è valido per tutti e in modo particolare nell’ambito familiare: mangiare insieme (almeno alla sera) è l’atto più semplice che possiamo compiere, ma va fatto con letizia, senza lunghi musi e, soprattutto, ringraziando Dio: questo rende feconda e gioiosa la famiglia.

Preghiamo per le nostre famiglie:

Signore, anche quando la nostra famiglia si trova ad affrontare qualche difficoltà, donale la serenità che ha sempre regnato nella Santa Famiglia di Nazaret e insegnale a fidarsi maggiormente della tua Provvidenza che mai ci abbandona. Amen

Ed oggi una preghiera particolare per tutte le nostre famiglie. Buona giornata,

PG&PGR