Carissimi,
siamo sempre all’Esortazione per la Domenica delle Palme del 1615 e Francesco di Sales insiste sul “passaggio” dalla meditazione alla contemplazione riportando un esempio che aveva già utilizzato nel TAD: “Non sapete che per mettere il cibo in condizione di essere inghiottito bisogna in primo luogo masticarlo e tritarlo?” Gli antichi dicevano che “prima digestio fit in ore” e cioè, la prima digestione avviene in bocca e tutti sappiamo quanto la masticazione sia importante per lo stomaco (con la speranza di avere dei buoni denti…!). “La stessa cosa – suggerisce il Nostro – dobbiamo fare con i misteri di Nostro Signore: li dobbiamo masticare e rivolgerli molte volte nel nostro intelletto, prima di riuscire a scaldare la nostra volontà e passare alla contemplazione”. Si fa anche un accenno al vino che, spesse volte nella Sacra Scrittura, è segno di abbondanza e, in questo contesto, raffigura la gioia della Risurrezione; però, a differenza del cibo (la meditazione), non ha bisogno di essere masticato, ma assaporato (con moderazione!): questo rappresenta la contemplazione. In verità queste “applicazioni” Francesco le attinge dal libro del Cantico dei Cantici nell’antica versione detta “dei Settanta”, testo di difficile comprensione e non più reperibile se non nelle biblioteche specializzate. Per questo motivo abbiamo preferito omettere le citazioni. Ad ogni modo la similitudine ci sembra accessibile anche per il fatto che viene sostenuta da questa testimonianza tratta dalle Cronache dei Frati minori: “San Francesco passò una notte a ripetere: Tu sei il mio tutto. Pronunciava quelle parole mentre era in contemplazione, come se volesse dire: Ti ho considerato nei dettagli, Signore, ed ho capito che sei molto amabile; ora ti guardo e scopro che sei «il mio tutto».” Questo ha rappresentato, per il Poverello di Assisi, il passaggio dalla meditazione alla contemplazione. Tutti i grandi santi del lontano passato, ma anche quelli più recenti, per arrivare alla contemplazione, hanno meditato sui misteri della vita di Cristo, li hanno “masticati” a lungo cercando di farli diventare parte di sé “digerendoli” e le loro opere, sull’esempio del Signore Gesù, sono ancora visibili e ci stimolano ad imitarli.
Oggi la Liturgia fa memoria di sant’Ambrogio, uno dei Maestri più ammirati e imitati da san Francesco di Sales. Preghiamo
O Dio, che nel vescovo sant’Ambrogio ci hai dato un maestro della fede cattolica e un esempio di apostolica fermezza, suscita nella tua Chiesa uomini secondo il tuo cuore che la governino con coraggio e sapienza. Amen
Domani celebreremo la Solennità dell’Immacolata Concezione. Affidiamoci a Maria, maestra nel meditare e nel contemplare le meraviglie di Dio. Buona giornata, buona domenica e buona festa dell’Immacolata,
PG&PGR
N.B. Domani tradizionalmente si inizia ad allestire il presepe “casalingo”. Non perdiamo questa ottima abitudine.